Percorso effettuato: Campo Blenio (Q1216) - Ronco di Gualdo (Q1573) - capanna Bovarina (Q1870) - alpe Pradasca (Q1420) -
Ronco di Gualdo - Campo Blenio.
Difficoltà: WT2 / T2.
Dislivello: 940 metri.
Lunghezza del percorso: 13 chilometri.
Sforzo equivalente: 22.5 chilometri.
Durata (incluse le pause): 6 ore.
Riferimenti capanna Bovarina UTOE.
Mi sa che quest'anno la stagione ciaspolante sarà corta... Da Bellinzona la neve la si vede quasi solo con il binocolo, mentre l'anno scorso di questo periodo ce n'era una caterva.
Telefonicamente Pier ed io discutiamo la situazione, si decide per la Bovarina, che essendo abbastanza in quota, dovrebbe permettere di salire con le racchette. Inoltre la capanna offre un
locale invernale aperto, con stufa economica e una a gas a pagamento, per cui per il pranzo saremo al riparo.
09:50 Dopo la solita fermata caffé al ristorante Posta ad Olivone, dove la signora ci ha riconosciuti immediatamente, e salutati con un bel "Heilà giovanotti...", Arriviamo a Campo Blenio, e
sistemiamo l'auto nello spiazzo delle piste da sci. La giornata, non ostante i -4°C, si preannuncia di quelle da incorniciare. Sguardo verso la nostra meta...
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...e verso l'alpe Camadra.
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Risaliamo fino all'attacco delle piste di sci, dove sono stati marcati dei percorsi per le ciaspole, ognuno debitamente numerato. Non so quale sia il nostro numero di percorso, ma non mi
preoccupo, alla Bovarina ormai ci posso arrivare ad occhi chiusi.
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La neve è bella compatta, con crosta ghiacciata portante. Calzo le ciaspole per superare la pendenza che aggira le piste di sci, e conduce direttamente alla forestale per Ronco di Gualdo appena
sopra il paese. Appena raggiunta la forestale, tolgo le racchette, tanto si cammina più in fretta senza. Appena superata la prima curva, come settimana scorsa, biscione umano di ciaspolatori
davanti a noi.
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Inizia ad essere difficile trovare un percorso da meditazione...
10:30 Salendo siamo usciti dal cono d'ombra del Rossetto, e sotto di noi si può ammirare Campo Blenio che inizia a vedere l'alba.
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Saliamo senza problemi, la pendenza è adatta ai veicoli. Adagio adagio raggiungiamo il serpentone davanti a noi, senza mai superarlo.
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10:45 Passata Orsaira, inizio ad intravvedere la prima meta di oggi: una baita, dietro la quale, a poche centinaia di metri, si trova la capanna.
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11:00 Eccoi al ponte d'Orsaira. Subito dopo il sentiero inizia a salire nel bosco, tagliando diritto verso Ronco di Gualdo.
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I miei compagni se la sono fatta tutta con le ciaspole, io senza. Ciò non ostante (o forse proprio per questo) sono riuscito a mantenere il loro passo anche in salita.
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Sul ponte mi fermo a rimirare gli splendidi giochi d'acqua e ghiaccio. Mi sovvengo delle parole di Eru, ne "Il Silmarillion", quando spiega ai Valar che Morgoth, per quanto possa cercare di
addugiare il creato, in realtà ne esalta ancor di più la bellezza.
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L'acqua mi affascina sempre, in tutte le sue forme. E l'acqua modella la roccia, e da essa ne viene modellata.
Subito dopo il ponte informo la combricola che salirò lungo la forestale. Penso che dato che la pendenza è minore, dovrei arrivare assieme a loro. Salendo nel bosco invece, temo di restare
indietro come al solito.
11:25 In effetti siamo arrivati quasi assieme. E' consuetudine fare una breve sosta qui, a Ronco di Gualdo, e fotografare la parete della baita con appesa una imitazione di un corno delle alpi.
Propongo la foto alla mia relfex, la quale disgustata mi sputa in un occhio. Così mi accontento delle montagne che contornano il Luzzone.
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11:45 Ripartiti, arriviamo in un attimo al ponticello che riscavalca il fiume Orsaira. Mi avvicino, e il mio stomaco subisce una strizza da vertigini. Il passaggio sulla neve è stretto, il
parapetto lo posso dimenticare dato che è al livello dei miei piedi. Mi faccio coraggio, e passo come un funambolo, con le braccia aperte.
Subito dopo inizia la salita nuda e cruda per la Bovarina. Decido di tentare, e lasciare le ciaspole nella loro custodia (pesano sulle spalle, devo dire). La neve porta bene. Mi ricordo
di due o tre passaggi impegnativi, deciderò al momento cosa fare.
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Intanto il serpentone lo abbiamo perso completamente: a Ronco di Gualdo hanno preso a sinistra, e sono saliti verso l'alpe Pradasca. Adesso siamo soli, e mi gusto il silenzio tutt'attorno, tanto
più che ciaspole o non ciaspole, Pier, Danila e Rita stanno salendo con la loro solità velocità autostradale, mentre io arranco miseramente.
12:20 I punti impegnativi sono riuscito a superarli senza tirar fuori le racchette. Il piede non sprofonda, e passetto dopo passetto mi innalzo. Ad un certo punto (ormai manca poco), un raggio di
luce illumina il percorso: qualcuno mi sta attendendo.
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12:30 Ecco il marcatore d'arrivo: la famosa baita, così distante alle 10:00, e così prossima ora.
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Sotto di me, l'alpe Pradasca, e mi sembra che il serpentone sia arrivato a destinazione.
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12:40 Ultimi metri di salita, curva a sinistra, leggera discesa, leggera salita, ed ecco apparire la Bovarina, in spolverio invernale.
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L'ultima volta che vi ero passato era il 31.07.2010, tornando dal "Sentiero degli
Stambecchi"... Piazziamo le ciaspole ad asciugare, togliamo gli scarponi al pianterreno, dove ci sono ciabatte per tutti, e saliamo al referttorio al primo piano. I tavoli quasi tutti
occupati, il locale caldo (qualcuno ha anche pernottato). Pausa pranzo, con panino, due mandarini, thé caldo.
13:30 Usciamo, e complici una brezza in discesa dall'alpe Bovarina e l'avvio della digestione, veniamo colti da un attacco di freddo. Su tutto per coprirsi, sembriamo dei pinguini. Poi ci
incamminiamo lungo la canalina di salita, che quest'anno ha poca neve, e la maggior parte del pendio ha già scaricato.
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Un saluto alla Bovarina...
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...e via senza ciaspole. Qui la neve è meno portante, probabilmente a causa dell'esposizione al sole. Tuttavia tengo duro, e tengo il peso in spalla.
13:45 Arrivati al bivio, invece di continuare dritti verso l'alpe Bovarina, scolliniamo a sinistra, per accorciare la strada. In alto la zona del passo di Gana Negra, splendido in estate e in
inverno.
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La neve è diventata decisamente soffice. Che faccio? Boh, provo il mio passo Shaolin, quello che non dovrebbe lasciare segno
del passaggio. E' una roba mentale, penso, ma intanto funziona, e riesco a non sprofondare. Subito dopo la cresta, il sentiero scende ripido verso un gruppo di tre casette. Ho un bel numero di
scarpe, magari funzionano come alternativa alle ciaspole?
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Funzionano!! Riesco a fare telemarking... Non tutti i mali vengono per nuocere. Subito dopo le casette riprendiamo il sentiero, tiene bene tanto è stato battuto. Il vento ci sferza ancora,
facendo abbassare la temperatura percepita di un buon 10 gradi.
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Passaggio e paesaggio di quelli che ti restano nel cuore...
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Iniziamo la discesa, faccio il gradasso e mi porto in testa. Lavorando di tacco riesco a scendere ad una velocità impressionante, senza perdere l'equilibrio. Decisamente i miei scarponi sono
meglio delle racchette da neve. Forse da Ghirone mi stanno osservando...
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14:25 Alpe Pradasca. I ciaspolatori del mattino non ci sono più, probabilmente sono già rientrati. Oltre i tetti delle stalle, il Sosto ci osserva.
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14:45 Il sentiero nel bosco orami è agevole, largo e comodo. A questo punto inizio a rimpiangere di essermi caricato le ciaspole: potevo tranquillamente farne a meno. Un tre chiletti in meno
sulle spalle non mi avrebbero fatto piangere. L'ultimo pezzo di discesa verso Ronco di Gualdo è nuovamente un po' più impegnativo, ma orami ho imparato come si fa, e scendo facendo ballare il
sedere come una ballerina di can-can.
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Rita ad ogni modo ci ha surclassati tutti, e sta aspettano, schiena al vento per ripararsi.
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Bel gioco d'acqua e ghiaccio della fontana.
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15:20 Siamo ben avviati verso Campo Blenio, il sole si avvicina all'orizzonte, e la luce si fa più soffusa, quella che preferisco per le foto.
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Il Sosto dritto davanti a noi.
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15:50 Nuovamente a Campo Blenio, il sole ormai tramontato (anche se abbiamo guadagnato un'oretta di luce dal solstizio d'inverno).
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Finalmente posso scaricare le ciaspole dalle spalle, mi sembra di essermi alzato di dieci centimetri. Mamma se pesano... Poi discesa ad Olivone, merenda, e ritonro a casa a orari potabili, le
gote arrossate dal vento freddo e dal sole.
Questo è il profilo altimetrico da Campo Blenio a Ronco di Gualdo (e ritorno)....
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E questo il profilo dell'anello Ronco - Bovarina - alpe Pradasca - Ronco.
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Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).