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Channel: Passeggiate sulle montagne del Ticino
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La "Strada Bassa" della Leventina: da Airolo a Lavorgo, 06.02.2011

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Percorso effettuato: Airolo (Q1200) - Gole dello Stalvedro - Piotta (Q1006) - Ambri (Q985) - Fiesso (Q962) - Rodi (Q940) - Gole del Piottino - Mairengo (Q909) - Faido (Q755) - Lavorgo (Q674).

Difficoltà: T1 e T2.

Dislivello: salita 720 metri, discesa 1240.

Lunghezza del percorso: 26.5 chilometri.

Sforzo equivalente: 35 chilometri.

Durata (incluse le pause): 6 ore.

Riferimenti il "Dazio Grande" di Rodi.

Questo è il diario di una escursione svoltasi moooolto differentemente rispetto a quanto pianificato. La mia idea era di farmela tutta da Airolo a Biasca, continuando da Lavorgo verso Nivo, poi Chironico, da lì nel bosco a circa Q900 fin sopra Personico, discesa, e arrivo a Biasca. Una quarantina di chilometri, e se me la fossi sentita, avrei continuato fino a Bellinzona. Ma tutte le volte che organizzo una cavalcata come si deve, qualcosa va storto...

In settimana pianifico tutto a puntino, in modo da ridurre al minimo i disvlielli (sono quelli che mi fregano, non la lunghezza), memore della pescata fatta durante l'escursione sulla "Strada Alta" delle Leventina, quando non avevo voluto credere al mio DVD. Due o tre punti topici, dove tra le varianti ci sono alcune centinaia di metri di dislivello di differenza, come per scendere le Gole del Piottino. Inoltre cerco di minimizzare il precorso su asfalto, e massimizzare quello su sentiero.

Metto in conto anche la visita al Dazio Grande di Rodi, struttura che per secoli ha rappresentato un punto di sosta importante per chi percorreva la via del San Gottardo. Si pagava dazio, appunto, ma c'era anche l'osteria con alloggio, e la possibilità di cambiare il tiro di cavalli. I miei calcoli temporali dicono circa 8.5 ore fino a Biasca, più le soste. Nessun problema di velocità, Rita ha un corso, per cui vado in solitaria.

La meteo è prevista splendida: da alcuni giorni l'anticiclone delle Azzorre ha portato bello e caldo, con temperature che arrivano vicine ai 20°C. Anche per domenica le previsioni sono da giornata primaverile, per cui mi organizzo a cipolla stratificata: freddo alla partenza, caldo al pomeriggio. Bella scorta d'acqua nello zaino, frutta in abbondanza e cioccolata.

07:20 Airolo. La sveglia ha suonato alle 5:00 (ma ti rendi conto che neanche in settimana mi alzo così presto?), treno alle 6:06, alle 6:55 sono in stazione, ma è ancora buio, anche se Eos ha iniziato a mostrare la sua luce. Mi infilo nell'unico bar aperto, caffé, cornetto e giornale attendendo che il cielo schiarisca. Calcoli corretti, nel giro di un venti minuti albeggia. Fuori, e pronto alla partenza.

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Nel sottopassaggio della stazione ho visto il cartello che indica l'avvio della Strada Bassa, così lo ripasso, esco dall'altra parte, e, sorpresa sorpresa, mi ritrovo a pattinare sul ghiaccio... Ohi ohi, questa non l'avevo pensata. Con tutto il bello ed il caldo della settimana, ormai ero convinto di trovare sentieri puliti. Quanto mi sbagliavo... Procedo con passetti attenti e cauti, il ghiaccio è pronto per il campionato mondiale di pattinaggio artistico, si scivola che è un piacere. Dietro di me, il Lucendro inizia ad illuminarsi.

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07:40 Il sentiero mi ha riportato sulla strada principale, e posso camminare speditamente. Mi appresto a superare il primo salto, le Gole dello Stalvedro.

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Appena passata la galleria, il sentiero diverge nuovamente, scendendo verso il fiume. Una bellissima colata di ghiaccio mi ricorda (se ce ne fosse bisogno a questo punto), che il Generale Inverno non ha ancora mollato la sua presa.

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Allegro e contento scendo al ponte, lo attraverso, e continuo senza problemi lungo la forestale, incontrando un mix di antico e moderno: rustico e container.

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07:55 La forestale inizia nuovamente ad essere coperta di ghiaccio, e sono dolori. Accanto a me il Ticino, che qui muove i primi passi ed emette i primi vagiti: guardandolo non crederesti che possa diventare il corso d'acqua che si butta nel Pò a Pavia. Gli è che il bacino imbrifero è estremamente ampio, e raccoglie le acque dal San Bernardino fino alla valle del Toce, alimentandolo in modo impressionante.

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Tutto molto bello, ma il fondo sul quale cammino...

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Uno slalom continuo cercando i punti meno scivolosi, che non ci sono. Camminare fuori tracciato è faticoso, la neve sembra portante, ma si sprofonda fino al polpaccio. Adagio adagio, passetto dopo passetto continuo. La mia media oraria calcolata è già andata a farsi benedire. E sono molto preoccupato per il tratto nel bosco tra Chironico e Personico, più o meno a questa quota.

08:05 Ho passato la stazione di servizio dell'autostrada, quella della corsia Sud-Nord, e mi ritrovo davanti ad un ponticello, scivoloso che la metà basta.

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E dall'altra parte, l'inferno. Sentiero tipo T2, bellissimo in estate, con un 5-6 metri di scarpata sulla sinistra, largo qualche decina di centimetri, E COMPLETAMENTE GHIACCIATO. Senza punti di appiglio. Il ghiaccio liscio come un vetro. Fatica immonda e boia per proseguire, test di tenuta, piede che parte per i fatti suoi senza preavviso, e la scarpata da parte... Non era così che me l'ero immaginata.

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08:30 Il T2 si è trasformato nuovamente in forestale, senza nessun beneficio per quanto riguarda il ghiaccio. Sulla mia destra vedo una scaletta che presumibilmente porta alla strada principale: meglio l'asfalto che questa tortura.

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Salgo, e mi ritrovo davanti la piana di Ambri-Piotta, che mi condurrà fino al Dazio Grande.

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Gà, però... 1) Ho impiegato più di un'ora per percorrere meno di 4 chilometri, e questo ci può stare, e 2) i quadricipiti mandano gli stessi segnali di avvertimento che avevo provato dopo aver sbagliato il percorso al portale Nord della galleria di Roveredo nell'escursione da Bellinzona a Mesocco, o in Calanca dopo il campo di neve. Dicono "siamo stanchi"!! Brutta faccenda, appena partito... I miei calcoli dicevano che li avrei sentiti così a Personico, non qui. Mi accorgo che il passo non è sciolto come dovrebbe essere, e questo è foriero di sgradevoli sensazioni.

08:40 Arrivo all'area di sosta dello Stalvedro, corsia Nord-Sud. Architettura particolare e ardita, merita un ricordo.

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08:55 Ambrì. Le Ferrovie Federali Svizzere (FFS) hanno avuto un colpo di coraggio: la stazione dipinta di azzurro :-)

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09:10 Sto per svincolare dall'asfalto e tornare su forestale. Sguardo indietro: Quasi due ore per un tratto per il quale avevo calcolato poco più di un'ora. Da piangere...

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Ad ogni modo adesso ho ripreso il mio ritmo, anche se le gambe non hanno recuperto dalla sforzo iniziale. Poverine, così magre e con poca muscolatura, sono già brave a fare quello che fanno. Da parte a me, i vagiti del Ticino hanno iniziato ad essere più consistenti, anche se è ancora poco più di un rigagnolo. Sulla mia sinistra sono sfilate la funicolare del Ritom, Altanca, chiesette varie. A sinistra l'attacco per la Garzonera ed il Ritom.

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09:35 Dopo una curva, davanti a me si spalanca la conca che chiude la piana, con il declivio che sale a Prato Leventina. E in fondo si intravvede il Piottino.

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09:55 Tarello per bene, passando prima Fiesso, poi Rodi, e arrivo al Dazio Grande. Bene, pausa caffé e visita. Noooooooo. E' chiuso. Chiuso chiuso. Rifletto, fino a Mairengo niente punti di sosta. Ascolto le gambe, che mi informano che se torno indietro loro non collaborano più. Vabbé, giornata nata storta, niente caffé sulla terrazza guardano le montagne, Altanca, ecc. ecc.

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Di una cosa sono contento però: ho recuperato sulla tabella di marcia. Avevo previsto di scendere lungo l'antica via romana. La guardo, neve e ghiaccio. Per oggi ne ho avuto abbastanza, di questa combinazione. Mi infilo nel budello del Piottino seguendo la cantonale.

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Discesa veloce e senza problemi. Dall'alto continuo a rimirare la strada romana, che effettua diversi tornanti. Da tenere buona per l'estate. Lungo la strada ancora segni di gelo...

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10:10 Bivio. Questo è uno dei punti topici che avevo controllato sul DVD. Da qui ci sono tre percorsi per arrivare a Faido, quello con meno dislivello prevede una salita di circa 200 metri verso Mairengo. Mi sono preparato un foglietto con gli appunti, anche se per precauzione ho portato la cartina. Dopo poche centinaia di metri la forestale entra nel bosco, e diventa sentiero a tutti gli effetti. Sotto un albero diverse piume di corvide. Li sento gracchiare in giro in effetti, ma non capisco se si sia trattato di un litigio, o qualcuno che ha sparato.

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10:20 Poco oltre, un punto di "bellavista": una piattaforma che si protende dal sentiero, con due cartelli. Sto camminando da tre ore senza sosta, decido che posso anche fare una fermata. Devo ricaricare la bottiglietta d'acqua, e mettere qualcosa in pancia. Mandarino, frutta secca, e due righe di cioccolata. Slurp.

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10:30 Pausa terminata, via lungo il sentiero. In effetti c'è un po' di saliscendi, ma è bello camminare sul tappeto di aghi, i piedi ringraziano. E per dimostrarmi che la primavera ha già iniziato ad alitare il suo spirito, una formichina intenta a trascinare qualcosa verso casetta.

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10:50 E adesso inizia la salita. Sto passando nella parte inferiore del bosco d'Öss. L'anno scorso, percorrendo la strada alta, in questo bosco avevo dovuto scendere di diverse centinaia di metri. Quest'anno mi tocca salire per passare un canalone con riale. Uffa, non potrebbero spianare?

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Passo zone dove il bosco è stato decimato in modo impietoso. Salita impegnativa, che infine mi porta a superare un ponticello. Subito dopo un bivio, con le indicazioni per Mairengo: sono sulla strada giusta.

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Nel frattempo ho dovuto togliere la felpa, causa caldo e riscaldamento da salita. Il sentiero si spiana e si allarga, facendomi capire di essere in prossimità di un abitato.

11:10 Raslina, piccolo nucleo in prossimità di Mairengo. Ulteriore fermata per togliere la canottiera (per fortuna nessuno mi vede, non è proprio un bello spettacolo), accanto alla casa di un (probabilmente) ex-ferroviere.

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Da qui praticamente in piano fino a Mairengo. Le gambe nel frattempo si sono inlegnite ancor di più. Orami ho messo una croce sull'idea di tirare fino a Bellinzona, e sarei già contento di arrivare a Personico.

11:20 Passo il grazioso abitato di Mairengo. Un'osteria aperta, sono in dubbio se fermarmi per la minestra che avevo pianificato... Ho fatto tappa appena un'ora fa, tiro almeno fino a Faido.

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Il sole inizia a cuocere, ci saranno almeno 16°C. Non trovo un cartello specifico per la discesa a Faido, così seguo nuovamente la strada asfaltata, passando da Tortengo. Qualcuno sa perché tutti questi "engo" nei nomi? Lurengo, Polmengo, Maireno, Tortengo, Mascengo... E in basso "nico": Giornico, Calonico, Anzonico, Chironico...

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11:50 Discesa senza storia verso Faido, passando dalla casa per anziani, stazione, poi lungo la via principale fino alla piazza. Edifici pregevoli lungo la via.

2011.02.06-Airolo-Lavorgo 8840
Un termometro della farmacia che segna 26°C. Anche se sbagliasse di 4 gradi, ce ne sarebbero sempre 22°C. In effetti i liquidi stanno scendendo velocemente. Mi guardo in giro per la mia minestra, ma nessuna chance. Diversi ristoranti sono chiusi, i due aperti sono troppo stellati per il mio abbigliamento. Devi pensare che la Leventina, dall'apertura del passo e fino all'apertura della galleria stradale del San Gottardo, era una via di transito per tutti i mezzi motorizzati. In estate in particolare, era una teoria di auto, roulotte, camper, pullman, camion, che percorrevano la valle lungo la strada cantonale, passando all'interno di ogni abitato. Fiorivano allora i distributori di benzina, gli hotel ed i motel, i bar e ristoranti. Attraversare la strada principale in paese era un'avventura, potevi attendere delle mezz'ore prima di trovare un buco. Il dazio (e dai con sto dazio) era il rumore, l'inquinamento, ma si sa, "pecunia non olet". Poi, all'improvviso, nell'agosto del 1980 tutto il traffico passa dall'autostrada. La cantonale si svuota, e uno dopo l'altro i distributori, gli hotel ed i motel, e diversi ristoranti hanno chiuso per mancanza di clientela. Resta poco ormai, ma almeno attraversare la strada non è più un problema. Il puzzo, l'inquinamento ed il rumore ci sono ancora, anche se spostati di qualche centinaio di metri: la valle è stretta, e l'autostrada passa non troppo distante dagli abitati. E fra poco, nel 2017, aprirà la galleria di base del San Gottardo, da Pollegio ad Erstfeld. La vecchia ferrovia del San Gottardo diventerà un cimelio storico. A questo aggiungi che probabilmente nel 2020 chiuderanno il traforo stradale per tre anni per eseguire i lavori di manutenzione: la Leventina tornerà ad essere quello che era nel 1800: una regione straperiferica, senza sbocchi, e forse senza futuro. Scusa la lunga disertazione...

Decido che posso fare a meno della minestra, mi fermerò a mangiare qualcosa dal mio sacco da qualche parte. Dalla piazza scendo verso il fiume, passo la pista di pattinaggio, ed il centro dei pompieri con bella torre d'esercitazione.

2011.02.06-Airolo-Lavorgo 8844

Le gambe ormai sono dure anche in piano. Continuo per qualche centinaio di metri, poi la mia amica di oggi torna a farmi visita.

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Zona fredda, quella dello stand di tiro.

12:45 Sono uscito dal cono d'ombra, e mi ritrovo su di una bella forestale piana e dritta. In condizioni normali a questo punto lascerei dietro di me la polvere, come Speedy Gonzalez. Questa volta, invece,arranco miseramente, le gambe dure dure. Orami ho deciso, mi fermo a Lavorgo.

2011.02.06-Airolo-Lavorgo 8859
Il Ticino, accanto a me, inizia a mostrare i muscoli, ma sono piccoli come i miei :-)

2011.02.06-Airolo-Lavorgo 8857
Mi fermo per una breve pausa, banana, frutta secca, liquido isotonico, ricarica bottiglietta. Poi via di nuovo, anche se ormai faccio veramente fatica. Magari sono anche fuori forma per la lunga pausa... Sté mattane dovrei programmarle in ottobre, quando ho nei muscoli l'allenamento dell'estate, e non trovo neve e ghiaccio in giro. Imparato. Sopra di me una delle due chiesette della Strada Alta visibili dal basso.

2011.02.06-Airolo-Lavorgo 8866
13:10 Arrivo alla centrale elettrica di Lavorgo, ormai praticamente in piano. Le gambe supplicano il riposo, chiedo loro un piccolo sforzo per aggirare la centrale, e passare il ponte pedonale che porta a Lavorgo.

2011.02.06-Airolo-Lavorgo 8874
Bella costruzione, ad ogni modo, questa centrale. Credo che sia in stile industriale 1800 (periodo in cui hanno aperto la linea ferroviaria del Gottardo). Personalmente la trovo pregevole. Scendo al bacino fotografando del vischio lassù in alto, su di un albero, poi passo il ponte e arrivo a Lavorgo. Magari ci sta la minestra...

2011.02.06-Airolo-Lavorgo 8877
13:25 Per sicurezza decido di controllare l'orario del postale. Ce n'è uno tra cinque minuti, lascio stare la minestra per la terza volta. Mi girano un po' le scatole, non riesco ad andare oltre a Lavorgo. Anche l'anno scorso lungo la Strada Alta, alla fine mi sono ritrovato qui, anche se ero riuscito a percorrere più chilometri e dislivello. Spero che Lavorgo non diventi il mio capolinea per sempre... Puntuale arriva il postale, e rientro a casa.

Ecco il profilo altimetrico dell'escursione.

Profilo
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