Percorso effettuato: Lamone (Q322) - lago di Origlio (Q419) - Ponte Capriasca (Q447) - Sala Capriasca (Q548) - Bigorio
(Q615) - convento Santa Maria del Bigorio (Q728).
Difficoltà: forestale e sentiero T1.
Dislivello: 470 metri.
Lunghezza del percorso: 7 chilometri.
Sforzo equivalente: 12 chilometri.
Durata (incluse le pause): 2.25 ore.
Riferimenti la chiesa di Santa Maria Assunta del Bigorio su Wikipedia.
Dieci domeniche filate di brutto tempo, an sa na pò pü... Rita frequenta un corso al convento del Bigorio durante il fine
settimana, se avesse fatto tempo dignitoso avrei provato a fare la Airolo - Bellinzona (solo rimandata) in un giorno. Invece, dopo un sabato splendido, mi alzo domenica mattina con un cielo
plumbeo, aria di neve (si, la si può annusare), voglia di andare, e sensazione di impotenza... Tanto per darti l'idea, questo era il Camoghé da casa mia alle 11:45.
Desolante... A mezzogiorno sento Rita durante la sua pausa pranzo, e mi chiede "Perché non vieni a prendermi, cosi rientriamo assieme?". Idea non da gettare. Faccio due calcoli mentali, Rita
finisce il corso alle 17:00, decisamente no problem. Prendo il treno a Bellinzona alle 13:57, che mi deposita alla stazione di Lamone-Cadempino alle 14:23. Nel Sottoceneri è anche peggio, dal
punto di vista meteo.
14:25 Mi incammino verso il nucleo di Lamone, a ridosso della salita che porta al laghetto di Origlio. In giro non c'è nessuno.
Stavolta sono vestito da passeggiante domenicale standard: niente sacco, niente thermos, due barrette di cereali in tasca, guanti ed ombrello. E l'inseparabile compagna di viaggio, la macchina
fotografica. Lungo la via, splendide macchie di colore.
Arrivato nel centro del paese, mi imbatto nel mercatino natalizio. Viottoli stretti, bancarelle a destra e sinistra, persone con il bicchiere di vin-brulé in mano, devo fare attenzione a come mi
muovo, per non mandare liquido da tutte le parti. Seguo i segnali, ed in breve trovo il sentiero di salita, lasciandomi dietro musica, chiacchere, ragazzi che guatano le ragazze imbarazzati ed
intimiditi, canti, e tanta umanità calda in questo pomeriggio freddo.
14:40 Delizioso, mi sono lasciato indietro tutti i rumori... La forestale asfaltata si inerpica decisa, ho già scalato almeno quattro marce. In basso inizia la vista verso il golfo di Agno.
Odore di stallatico: cavalli.
14:50 Nell'ultimo tratto la forestale ha perso l'asfalto (gioia per i piedi), e in men che non si dica sono al laghetto di Origlio. Verso Sud amici noti, il Boglia, e i Denti della Vecchia.
Al laghetto bisogna scegliere: strada corta o strada lunga. Non mi pongo neanche la domanda, faccio praticamente tutto il giro. Il laghetto (sarà 300 metri per 60 circa) è delizioso, niente
rumori non ostante le case che si affacciano. L'acqua immobile riflette ciò che la circonda.
Due papere (germani reali, credo) che fanno la loro, di escursione domenicale.
E lassù si vede la mia meta.
15:05 Terminato il giro, si rientra su strada asfaltata per un breve tratto, si attraversa la strada principale, e dall'altra parte si riprende il sentiero. Ponte Capriasca è già visibile.
15:25 Ha iniziato a nevicare. Avrei fatto meglio a prendermi la berretta, invece che l'ombrello, ma ormai è fatta. Sono già a Ponte Capriasca, il convento inizia a nascondersi nella foschia.
Lungo la via, splendido albero di cachi.
Passo la fermata del bus dalla quale eravamo rientrati
dopo l'escursione da Camorino a qui, e mi dirigo verso la pasticceria del paese. Acquisto tre biscotti (biscottoni, tanto sono grandi): due per il rientro assieme, uno come merendina. Poi
punto verso l'osteria per un thé, niente da fare, è chiusa. Vabbé, c'è sempre Sala, o al limite la trattoria Menghetti a Bigorio. Nel frattempo il convento si è avvicinato...
15:35 Ripartenza. Da qui c'è una salitella nel bosco, per arrivare a Sala. La imbocco, e faccio una fatica micidiale. Il fondo è ghiacciato, la suola degli scarponcini da città non tiene niente,
il piede continua a scivolare indietro. Passettino passettino passettino... Sarà che sono rimasto leggero a mezzogiorno, sarà che l'aspetto dei biscotti è moooolto allettante, continuo a sentire
il loro richiamo dal sacchetto. Boh, ho deciso di mangiarlo salendo, qui o dopo non cambia niente. Mi fermo, ascolto, e sento solo il rumore delle mie mandibole che sgranocchiano la frolla.
Insomma, stò povero biscottone alla marmellata di albicocche non è sopravissuto neanche fino a Sala...
15:45 Entro nelle viuzze di Sala Capriasca, dopo incontro con due cani e scoccolamento doveroso. Il nucleo è veramente ben tenuto, il grigio della pietra antica si mescola armoniosamente con i
colori di oggi, preservando l'identità di questi edifici.
Comincio ad essere basso di liquidi, anche se non sto sudando (mi sono vestito proprio bene, mani calde non ostante non indossi i guanti), ma di ristoranti aperti lungo il mio cammino non ne
vedo. Pazienza, tiro fino a Bigorio. Passo sotto la casa che
nell'ottobre 2009 aveva le bandiere tibetane, non ci sono più, dà l'impressione di essere disabitata...
15:55 Sono praticamente su al paese di Bigorio. La neve ormai scende copiosa, per fortuna che il sentiero di salita da Sala non è così ripido, le suole hanno tenuto abbastanza bene. Ho guardato
nel giardino del mio amico asino, era riparato sotto ad un albero, non ne ha voluto sapere di venire a farsi accarezzare (lo trovi nell'album). Sotto si vede "bene" Sala.
16:20 Formalità thé espletata, quasi muoio dal caldo: il caminetto accesso scaldava da non credere, le mie orecchie intirizzite sono diventate di fuoco. Riapro l'ombrello, e riparto
verso la mia meta lungo il sentiero che passa nel nucleo di Bigorio.
Una mela solitaria attende un passero solitario ed un poeta solitario che la canti...
Poi la rampa della via crucis.
Urpo se sale... Tre tornanti, c'è tutto il tempo di leggere i messaggi e riflettere. Le altre due volte l'ho fatta in discesa, non mi era sembrata così impegnativa.
16:35 Arrivato. Vicino all'entrata principale, sotto la volta, c'è un tavolo con panca. Devo attendere 25 minuti, non è un problema. Mi siedo.
Passano pochi minuti, esce un signore giovane, laico, mi chiede se attendo qualcuno. Alla mia risposta affermativa mi invita ad entrare e bere un caffé. Accetto con doppia gratitudine: il
convento non è aperto alle visite, per cui non mi aspettavo di poter entrare, e non ostante il thé sono ancora basso di liquidi.
Mi accompagna al locale pausa (tengono spesso corsi, qui al Bigorio, sono ben organizzati), mi offre il caffé, acqua e compagnia, graditi tutti e tre.
Puntuale alle 17:00 i corsisti escono, recupero (vengo recuperato da) Rita, e via verso l'auto sotto la neve. Il piiacere del rientro assieme, il suo corso, la mia passeggiata, i due biscotti
avanzati, i ragazzi che ci attendono a casa. Bella domenica, non ostante tutto.
Ecco il profilo altimetrico dell'escursione. Non farti impressionare dalla pendeza di destra, avrei dovuto diminuire il fattore di sopraelevazione, non è così ripida in realtà.
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto della passeggiate (non che ci sia qualcosa di speciale).
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Da Lamone al convento del Bigorio, 05.12.2010
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