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La via dei Monti del Gambarogno, 26.02.2011

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Percorso effettuato: Vira Gambarogno (Q210) - Fosano (Q350) - Monti di Fosano (Q649) - Bivio dei Monti di Piazzogna (Q769) - Monti di Piazzogna (Q778) - Monti di Vairano (Q820) - Monti di Gerra (Q820) - Monti di St.Abbondio (Q815) - Monti di Caviano (Q673) - Caviano (Q274).

Difficoltà: T1 e T2.

Dislivello: salita 1175 metri, discesa 1116.

Lunghezza del percorso: 13 chilometri.

Sforzo equivalente: 25 chilometri.

Durata (incluse le pause): 6.5 ore.

Riferimenti pagina delle escursioni dell'Ente Turistico del Gambarogno., il comune del Gambarogno su Wikipedia.

Da un anno a questa parte, per motivi di lavoro, ho iniziato a frequentare il Gambarogno, passando brevemente anche da frazioni poste ben al di sopra del livello del lago. Zona che ho sempre avuto davanti agli occhi in gioventù (sono cresciuto a Locarno), ma che non posso dire di conoscere... Come al solito per domenica è previsto brutto, ma c'è qualche speranza per sabato. Consultando il mio DVD, vedo un percorso che promette bene, e che unisce tutti i Monti del Gambarogno attorno a Q800. Il profilo non è mortale, lo propongo a Rita, e sabato si va.

10:20 Non c'è che dire, siamo ben pigri. Orami è metà mattina, e ci accingiamo a partire solo adesso.  La meteo aveva promesso una bella giornata, e contavo su questo per fare qualche bella panoramica del Locarnese. Invece, una foschia permea tutto, e già alla partenza rinuncio all'idea di usare il grandangolo sull'estuario della Maggia. Passiamo sotto la ferrovia, e imbocchiamo il sentiero che sale a Fosano. Sull'altra sponda si intravvede il Locarnese, parte del Piano di Magadino, e vigile, la sentinella della Verzasca, il pizzo Vogorno.

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La foto qui è migliore di quanto fosse l'originale, l'ho passata attraverso Picasa. Lungo la via di salita, vediamo le prime accordature degli strumentisti, che si preparano per la sinfonia mandalica di quest'anno. Piccole promesse di cose a venire, mi sa che non manca molto.

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10:30 La mulattiera sale abbastanza tranquilla, riesco persino a tenere il passo con Rita. Gli sforzi di salita iniziano a ripagarci, e sotto di noi Vira inizia a mostrarsi.

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10:45 Siamo a Fosano, piccolo insediamento estremamente ben tenuto. Quasi tutti gli edifici sono ancora in pietra, le vie del paese lastricate in sasso. Giardini riparati dal freddo mostrano anche loro che l'orchestra s'è desta.

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Piccola sosta per coccolare un cane e quattro chiacchere con due signore, poi alla fontana del paese mezzo cornetto integrale con riga di cioccolata nera, e thé caldo. Siamo veramente ben attrezzati! Poi su nuovamente per portarci verso il sentiero T2 che sale ai Monti di Fosano.

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11:10 Il sentiero è entrato nel bosco, prevalentemente castagno, e ogni tanto incrocia la strada che porta verso l'alpe di Neggia ed Indemini. Tanta foglia, e salendo il castagno inizia a lasciare posto alle betulle. Ogni tanto un manufatto d'altri tempi, come questo muretto a secco, costruito con tecnica mirabile, lungo un pendio abbastanza deciso.

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E di nuovo, uno strumento che viene accordato...

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Rita, dopo aver messo il carburante in pancia, ha ripreso il suo ritmo normale di salita, il che significa che mi lascia indietro come niente fosse. Troppo bello per durare il passo uguale... Nei pochi sprazi in cui il bosco si apre vediamo il lago Maggiore, scatto anche qualche foto, ma ti risparmio il risultato.

10:45 Monti di Fosano raggiunti. Anche qui splendido insediamento d'altri tempi, con tanto di oratorio,segno che almeno in estate il posto era abitato con regolarità.

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Gente in giro non ce n'è. A parte le due signore a Fosano, non incontreremo quasi più nessuno. Proseguiamo il cammino lungo il sentiero che porta al Bivio dei Monti di Piazzogna, restando poco sotto la strada carrozzabile di Indemini. Al bivio il sentiero sale, e ci porta sulla strada.

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Il grosso della salita in una sola volta è fatto. Abbiamo ancora circa 500 metri di sali-scendi lungo il percorso, ma sostanzialmente restermo a questa quota fino ai Monti di Caviano. Continuiamo verso i Monti di Piazzogna, e lungo il percorso il Generale Inverno ci mostra le sue ultime armi, spuntate ormai, che perso il filo tagliente, si mostrano artistiche.

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Il pendio del Gambarogno, essendo esposto a Nord, gode di molto meno calore e luce rispetto alla zona di Locarno ed Ascona. In certe zone per quasi due mesi il sole non sorge mai. Più avanti ancora quadri ghiacciati, anche se per poco orami.

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12:15 Orario buono per la fermata pic-nic. Una bella panchina dà verso il Ghiridone / Gridone / Limidario, il goflo di Locarno, le Isole di Brissago, con vista praticamente fino a Cannobio. Il tutto avvolto da una foschia che impedisce di godere dei dettagli. Panino, frutta secca, mentre mangiamo con la coda dell'occhio intravvedo un gatto. So che sa che so che c'è, per cui decide di farsi avanti. Bel micione, con molto DNA del gatto delle foreste norvegesi (come la nostra Tea), arriva a farsi coccolare a tutto spiano.

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12:40 Sistemata la pendenza alimentare, le coccole, la regolazione degli scarponi, ci infilimo i K-Way: la temperatura è calata, ed è partita la digestione. Il percorso verso i Monti di Vairano è su forestale, quasi in piano. Anche su questo tratto giochi di ghiaccio, non più temibile ormai come lo era stato tre settimane fa.

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 13:00 Arriviamo ai Monti di Vairano, che si sviluppano in orizzontale, a differenza degli altri che incontreremo. Notevole attività edilizia, casette ristrutturate e casette nuove.

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Finalmente, passato l'insediamento, il sentiero entra deciso nel bosco. Corre con leggere salite e discese, silenzio tutt'attorno, siamo gli unici abitanti della terra. Il fruscio della foglia morta sotto lo scarpone, il camminare allo stesso passo, il camoscio che passa sotto di noi, a circa 20 metri, e giochi d'acqua e ghiaccio incantevoli ad ogni angolo.
 
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13:25 Raggiungiamo un riale, ponte smontato per l'inverno. Fra poco qualcuno si prenderà cura della cosa, e lo rimonterà per il periodo estivo.

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Poco oltre, un ponte serio, in metallo. Raggiunta la metà, a sinistra uno spettacolo delizioso. Con l'aiuto di Rita sostituisco lo zoom con il grandangolo, senza guardare in basso, dove si trova il vecchio ponte orami marcito...

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...e foto ad una cascata splendida, con i bordi completamente congelati. Valeva la pena di fare l'escursione anche solo per vedere questo.

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Si continua in un mondo fiabesco. Segni di risveglio...

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...terreno gelato...

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...statue di ghiaccio...

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...e la mano dell'uomo, rispettosa.

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13:50 Monti di Gerra. Insediamento decisamente di rilievo, penso potesse ospitare qualche centinaio di persone. Case tutte ben tenute e curate, e c'è chi si è fatto aiutare dalla natura per costruire la terrazza.

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Più avanti, la testa di monte di una piccola teleferica, anche lei integrata nel paesaggio.

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Poi ci rituffiamo nel bosco, viandanti d'altri tempi che arrivavano e partivano, portando notizie e racconti, senza casa e a casa propria ovunque. Di nuovo un messaggio forte e chiaro, che la stagione sta volgendo.

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Il bosco si è trasformato, e diventato un faggeto. Splendido, alberi che diventano immensi e hanno bisogno di spazio per svilupparsi. In effetti non sono fitti come il castagno o la betulla. Alcuni mostrano una veneranda età, altri giovincelli sono ancora slanciati.

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La foglia comunque inizia ad esser un problema. Piuttosto abbondante, arriva metà polpaccio, e impedisce di vedere il fondo. Eccezionalmente mi faccio prestare un bastone da Rita (normalmente non li uso) per poter sondare il terreno davanti a me. Poi, ponte che non sembra molto stabile. Passiamo uno alla volta per non sovracaricarlo, usando la mano sinistra come moschettone.

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Dall'altra parte, "Alien" congelato.

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Fin'ora abbiamo perso poco del panorama, il bosco è abbastanza fitto. Poi, in una radura, vista su Ascona (foto ritoccatta).

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14:50 Siamo quasi ai Monti di Sant'Abbondio. Una discesa in una canalina scivolosa e coperta di foglia ci impegna abbastanza. Scendiamo lentamente, per non lasciare sul terreno cadaveri.

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Appena sopra l'insediamento un cartello ci indica che per continuare non si passa dall'abitato. che in effetti intravvediamo sotto di noi.

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Leggera salita che ci porta su di un costone, poi il sentiero spiana nuovamente...

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...per portarci ad un ulteriore ponte.

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15:50 Camminata meravigliosa, a parte la foglia. Qualche foto di corso d'acqua, funghi, panorama (trovi tutto nell'album), poi un cancello ci dice che la pacchia è finita, siamo arrivati ai Monti di Caviano.

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Il paese è veramente grande (ad occhio e croce direi la metà di Indemini), quasi tutte le case ancora in sasso, un tuffo nel passato quando passavo l'estate da mia nonna in Liguria. Un fienile con il tetto in paglia...

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...passaggi incrociati come a Castello del Giglio...

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...e vista dal basso.

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Qui si inizia l'avventura del signor Bonaventura... Dopo qualche centinaio di metri il sentiero si trasforma in una mulattiera con pendenza abominevole, fondo estremamente irregolare, sassi lisci che non sai se lo scarpone tiene. Una delle discese peggiori che io ricordi. I quadricipiti sempre in tensione per bloccare, il durone sotto il piede che inizia a dolere. La prossima volta faccio il giro al contrario, questo pezzo è meglio salirlo che scenderlo.

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16:45 Arriviamo a Caviano con le gambe rotte. E non per il percorso fino ai Monti di Caviano!

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Durante la discesa ho chiamato Andreas (con il quale avevo fatto il Sentiero degli Stambecchi) per verificare se si trova in Ticino, dato che ha una casetta qui vicino. C'è... Ci viene a prendere, e ci porta a Sant'Abbondio. Ha preparato una torta, caffé e thé. I piedi sotto il tavolo, grande vetrata con panorama sul Locarnese, il sole che tramonta, giornata splendida dietro le spalle, e chiacchere in libertà con un amico. Finale meraviglioso. Più tardi ci riporta a Vira per recuperare il nostro mezzo.

Ecco il profilo altimetrico dell'escursione.

Profilo
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).


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