Percorso effettuato alpe Serdena (Q1447) - Camoghè (Q2228) - bocchetta di Revolte (Q1981) - corte Lagoni (Q1814) - alpe Serdena..
Difficoltà: sentiero T2.
Dislivello: circa 800 metri
Lunghezza del percorso: circa 6 chilometri
Sforzo equivalente: 14 chilometri
Durata (incluse le pause): 5.5 ore.
Periodi duri di lavoro, questi. Rita straimpegnata con i corsi blocco per tutto settembre ed ottobre, praticamente devo chiamare la sua segretaria per fissare un appuntamento per poterla vedere.
I fine settimana dedicati alla preparazione dei corsi per i giorni successivi. Mi chiede di organizzare qualcosa di corto, ma che valga la pena. La richiesta cade a fagiolo, è da un po' che sto
tenendo d'occhio il Camoghè, montagna non altissima, ma il cui fianco Nord (quello che vedo io da casa) è quasi verticale ed impressionante. A inizio settembre avevo visto il documentario di
Romano Venziani sul trekking del 125° del CAS Ticino, trekking durante il quale i partecipanti erano passati dal Camoghè salendo dalla parte Sud: sentiero agevole, ma soprattutto avevo visto
scorci di panorami infiniti, persino meglio che dal Tamaro. Propongo la gita a Rita, 800 metri di dislivello non sono un problema. Accetta, inviti vari, si annunciano Danila e Pietro.
Per salire all'alpe di Serdena bisogna passare una strada utilizzata dalla scuola reclute dei granatieri di Isone. Per sicurezza chiamo la caserma in settimana per assicurarmi che la strada sia
percorribile alla domenica, e un sergente maggiore mi conferma la cosa.
E per finire in bellezza, tengo d'occhio la meteo: per domenica giornata serena, e vento fino al giorno prima = aria tersa e limpida. Cosa si puô volere di più?
09:40 Ci siamo ritrovati alle 8:30 al parcheggio degli impianti del Tamaro, in modo da salire con una sola vettura. Sosta ad Isone per il caffé, poi via lungo la strada di salita, sbagliando
(grazie a me) due volte alle biforcazioni (neanche un cartello in giro). Aria frescolina assai, il sole non ancora sorto, ma il cielo sembra voler mantenere quanto promesso durante i giorni
precedenti: aria limpida, che dovrebbe offrirci la vista per decine di chilometri. In effetti, appena scesi dall'auto, possiamo già vedere il gruppo del Monte Rosa.
E lassù, la nostra destinazione odierna.
Piccola indecisione alla partenza, poi troviamo la strada di salita, non proprio evidente tra i prati. Massiccia presenza di ferro, siamo vicini alla valle Morobbia e alla Valcolla, entrambe con
un maglio, segno che nel passato valeva la pena estrarlo e lavorarlo.
Il sentiero sale abbastanza dolcemente, riesco quasi a stare dietro ai miei compagni. Man mano che saliamo, l'orizzonte si apre sempre più, mostrandoci i giganti vallesani verso Ovest.
Nella seconda linea puoi vedere il Gridone / Ghiridone / Limidario, e a destra, appena sopra il prato, il pizzo Leone.
10.25 Attraversiamo un ruscello, e arriviamo a dei ruderi, probabilmente un piccolo alpe del passato.
Di marche non se ne vedono, cartelli neanche, ma ci sembra di intravvedere un percorso che sale in senso anti-orario, e che punta nella direzione giusta. Boh, dovrebbe essere quello il sentiero.
Ci avviamo...
In breve il sentiero scompare, e ci troviamo a pascolare per prati infestati dalla rosa delle alpi, buchi nel terreno, gradoni, pendenza di salita abominevole. Mi guardo indietro, e capisco al di
là di ogni ragionevole dubbio che abbiamo sbagliato strada. Appena prima dei ruderi avremmo dovuto salire verso destra, si vede benissimo il sentiero da qui.
Come al solito, ormai siamo in ballo e balliamo. Il percorso per arrivare al filo di cresta in prossimità della bocchetta di Revolte è chiaro: sempre su dritto. Mi volto, e ho l'impressione che
il Rosa stia sogghignando.
Pietro fa da apripista, credo che possa tenere il passo con Pier (che oggi non ha potuto venire). Dietro Rita e Danila, e io che arranco a distanze incommensurabili.
Non so perché, ma nelle foto la pendenza sembra sempre meno importante di quando la vivi in prima persona nei tuoi poveri quadricipiti.
11:35 I tre moschettieri sono un bel pezzo avanti, non li vedo neanche più. Mi accorgo però che alla mia destra, non troppo in alto, ci sono delle capre che sembrano piazzate sulla cresta.
Impressione confermata da un escursionista che passa proprio in quel momento.
Decido di tagliare in quella direzione: lungo la cresta il sentiero dovrebbe essere più agevole. Mentre salgo le capre mi guardano con diffidenza, ce n'è una con le corna molto lunghe, non vorrei
che decida di caricarmi... Poi arrivo in cresta, e la fatica viene dimenticata. Dall'altra parte si apre la vista verso la bergamasca, la zona del ramo di Lecco del lago di Como: vista
splendida.
E la valle Morobbia con la Mesolcina.
Per non dimenticare il Boglia (tutto a destra), i Denti della Vecchia e il Generoso / Calvagione. Come al solito, verso Sud una nebbiolina da inquinamento che pervade tutto. Ma come fanno a
sopravvivere?
Poi attacco la salita verso la cresta finale, e dietro di me chiaro il tracciato che porta al Garzirola.
Il sentiero sale a zig-zag lungo la pendice, diminuendo così la pendenza (per fortuna). I miei tre compagni, che erano poco più avanti quando ho raggiunto la cresta, ormai saranno già in cima.
Vengo superato da mamme, bambini, cani. Mi guardo attorno, se mi supera anche una lumaca mi ritiro in monastero. Lontano lontano, una punta che sbuca da dietro una catena di montagne già alte di
loro. Forse, forse, potrebbe essere il Cervino.
12:15 Credo che le mie fatiche per oggi siano quasi giunte a conclusione.
Salgo ancora pochi passi, e giungo al filo di cresta del Camoghè. E faccio oooohhhhh.
Tutto il Bellinzonese, la Riviera, Biasca, l'attacco della Leventina a sinistra e della Blenio a destra, il Matro proprio sopra Biasca. Sono 20 chilometri di visibilità fino a Biasca... E il
Locarnese...
Appena dietro la cresta, la vecchia baracca militare, ormai distrutta.
E l'ultimo passaggio esposto. Arrivo alla roccia (appena dietro Rita), e mi fermo. Maledette vertigini!!! Piazzo il sederino in un punto adatto, e attendo che Danila, Pietro e Rita ritornino.
Già che ci sono, sparo a raffica un po' di foto. Rosa, con Manera e Tamaro.
Bellinzonese e Riviera.
Pic-nic con vista verso a 180° da Est a Ovest passando per il Sud. Banana e nebbiolina sulla Padania.
13:05 Rifocillati, occhi riempiti, mente sgombra da pensieri che si sono persi come palloncini nel blu, decidiamo che si potrebbe anche rientrare. Ripassiamo la baracca, e il piccolo
oratorio.
E' incredibile quante costruzioni siano riusciti a mettere su di un fazzoletto di roccia. Poi via lungo la cresta fino al punto dove si svolta a destra per scendere.
Discesa tranquilla, non abbiamo fretta. Rita dagli occhi di falco mi indica una splendida genziana: mi sa che sarà l'ultima per quest'anno.
Un saluto al Camoghè: da ritornarci, la vista vale veramente la salita.
13:35 Passiamo dalle capre, sono ancora al loro posto.
Stavolta non sbagliamo strada, e alla bocchetta di Revolte continuiamo lungo il sentiero marcato. Prendiamo la deviazione verso destra, puntando su Corte Lagoni.
Da qui tagliamo nuovamente a destra, e sotto il laghetto troviamo il sentiero mancato stamane. Il percorso ci porta a ridosso della montagna, qui il sole non arriva praticamente mai in questa
stagione. Frescolino forte, e i primi avanposti del Generale Inverno. Messer Autunno non ha ancora cantato la sua sinfonia di colori, che già il suo successore sta portandosi avanti con il
lavoro.
E non riesco a capire se questo sia un sorbo, o se il rosso sia dovuto alle foglie.
E il camminar m'è dolce, in queste infinite praterie.
Passiamo il punto d'errore del mattino. A sinistra le rovine, su dritto il sentiero ufficiale (si arriva da destra). Da ricordarsi per la prossima volta.
15:00 Decisamente lungo il sentiero il percorso è più facile. Senza difficoltà arriviamo all'alpe Serdena. E piacere per gli occhi: gli alberi a destra sono ben messi con le prove d'orchestra:
chi suona il giallo, chi il rosso, chi il bruno. E' quasi ora di percorrere boschi e ascoltare il gran finale delle stagioni.
Alle 16:00 siamo già a casa, Rita contentissima dato che così prende due piccioni con una fava: giornata splendida all'aperto, e abbastanza tempo per prepararsi per il lunedi. Escursione
veramente splendida, fattibile anche in un pomeriggio, vista incredibile se si ha la fortuna di trovare la giornata giusta. Decisamente da consigliare.
Ecco il profilo altimetrico della salita.
E quello della discesa.
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).
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Camoghè dall'alpe Serdena, 16.10.2011
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