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Channel: Passeggiate sulle montagne del Ticino
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Due cime mancate in un sol giorno, 02.10.2011

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Percorso effettuato capanna Michela / Motterascio (Q2172) - da qualche parte verso il piz Terri (Q2340 circa) - capanna Motterascio - bocchetta di Larciolo (Q2329) - da qualche parte verso il pizzo Coroi (Q2500 circa) - capanna Motterascio - alpe Garzott (Q1630).

Difficoltà: sentiero T2 e T3.

Dislivello: salita circa 800 metri, discesa circa 1'200 metri

Lunghezza del percorso: circa 10 chilometri

Sforzo equivalente: 20 chilometri

Durata (incluse le pause): 9.5 ore.

Capanne: capanna CAS Motterascio - "Michela"

Grande giornata, oggi: tentiamo il nostro primo 3000, il piz Terri. Mille metri di salita, in buona parte appena sotto la cresta, da qualche parte c'è un camino che non so se riuscirò a salire, e ancora meno a scendere, ma si prova. Ho calcolato (col mio passo, Rita e Pietro di sicuro impiegherebbero di meno) almeno 4 ore salire, e 3 per scendere, abbiamo appuntamento col signore del pulmino all'alpe Garzott verso le 16:30, rischia di diventare una maratona. Avrei voluto partire presto (diciamo verso le 6:30) per avere agio a sufficienza, ma Ornella ed Emilio alla sera ci hanno informati che prima delle 7:15 non c'è abbastanza luce. Abbiamo le frontali con noi, ma ce lo sconsigliano.

06:30 Diana (per i non ticinesi: parola che viene urlata dai sergenti maggiori nelle scuole reclute alla mattina nelle camerate delle reclute per svegliarli e farli alzare). Colazione, rigoverniamo la camera (è il minimo che possiamo fare), preparazione sacchi, alba.

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Ho dormito 9 ore non ostante un po' di russare in giro: a casa non dormo mai così tanto :-)

07:45 Pronti per l'avventura. Salutiamo Ornella ed Emilio, che ci fanno gli auguri. Questa volta seguiamo i paletti bianco-blu-bianco che divergono ad angolo retto rispetto al tracciato della Greina.

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Lassù, con il tele, riesco a vedere la croce di cima del Terri. Quanto è lontana...

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L'aria è freschetta, ormai siamo entrati in autunno, ma per trekkare è meglio così. Camminiamo spediti su sentiero di mucche, eroso, si rischiano le caviglie più che sulle rocce. Entriamo nella valle, il fiume canta alla nostra destra.

08:10 Da un piccolo promontorio vediamo buona parte del percorso di salita. Su lungo la frana a destra, si gira dietro la montagna e si continua a salire, per arrivare in cresta dopo la prima balza e continuare nuovamente da questa parte.

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08:15 Un gruppo di 12 alpinisti (tutti maschietti, neanche una femminuccia) ci sorpassano, e passano lungo una piastra rocciosa con agilità. La guardo, e inizio a sudare freddo. Pendente (la foto non le rende giustizia), appoggi millimetrici per i piedi, tipo camminare su di una corda, cinquanta metri buoni di salto a destra, niente appigli per le mani

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NIente catena... Io, di li, non passo. Pietro fa qualche tentativo, ma anche lui non si sente a suo agio. Discutiamo... Perché non hanno messo la catena? Probabilmente perché dopo arrivano punti ancora più difficili, e se non passi qui, è meglio che non continui. Magari però si potrebbe scendere al fiume e risalire dopo la piastra, che arriva quasi fino in basso... Pietro ci prova, pendenza importante, arriva al fiume, si guarda attorno. Io intanto ponzo. Se qui è così, chissà il camino... Magari lo salgo, poi chiamo la Rega perché non riesco a scendere. Dò una voce a Pietro, ritorna, propongo di lasciar stare. Da qui è un T4 veramente T4, non sono pronto, o meglio, il mio stomaco non lo è, ma non posso ignorarlo. Emilio mi ha detto "Se hai fatto lo Stambecchi, va su senza problemi". Emilio caro, mi sopravvaluti di molto!

08:40 Facciamo dietro-front. I dodici, nel tempo che noi abbiamo guatato questo passaggio, sono arrivati a due terzi della salita sulla frana. Impressionante. Guardo dentro di me, non trovo né amarazza, né delusione, né dispiacere. Penso invece a cosa possiamo fare in alternativa, e al caffé e fetta di torta che mi attendono in capanna. Nel frattempo è quasi sorto il sole anche qui.

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E la giornata si preannuncia splendida come quella di ieri.

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09:05 Arriviamo alla capanna. Momento di quiete, coloro che vi hanno pernottato ormai sono in giro a zonzo per la Greina, quelli che vi saliranno in giornata non sono ancora arrivati.

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Togliamo gli scarponi, saliamo al primo piano, Ornella ed Emilio si stanno gustando il momento di tranquillità (l'unico della giornata, probabilmente) al tavolo con la seconda colazione. Ci vedono arrivare, mi dispiace non aver avuta pronta la macchina fotografica per immortalare la loro faccia :-) Caffé e torta, spieghiamo cosa è successo, cosa facciamo adesso? Di nuovo la Greina? Val Carassina? Ci propongono di salire al pizzo Coroi, meno alto del Terri, ma con bella vista. Tempo circa 3 ore per l'andata. Faccio un po' di calcoli mentali, mi sembra che siamo maledettamente tirati col tempo, ma Rita e Pietro sono affascinati dall'idea, così taccio. Emilio disegna il tracciato sulla cartina (non c'è sentiero ufficiale), prepariamo armi e bagagli, e li salutiamo. Cosa c'è di pranzo? Polenta, mmmmmmhhhhhh.

09:45 Nuovamente in pista, nuova meta, nuovo percorso sulla Greina. Saliamo all'alpe Motterascio per scendere nella piana, poi dobbiamo salire alla bocchetta di Larciolo, e continuare verso il Coroi, sistemato proprio davanti a noi.

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09:55 Piccola meraviglia di giornata. Incastonato in una piccola terrazza a metà costa, un laghetto delizioso, che altrimenti non avremmo visto.

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Poi la coda dell'occhio vede un movimento saltellante: ranocchio di circa 1.5 cm.

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Ben mimetizzato, devo dire. Arrivati allo scavallamento, ci fermiamo per discutere il percorso. A sinistra la salita per la bocchetta del Larciolo, a destra una salita meno impegnativa che ci porta sul filo di cresta. Una volta arrivati li basterebbe seguire la cresta per arrivare al Coroi. Faccio presente che anche se più lunga, dato che la pendenza è minore dovrei impiegare meno tempo a salire da destra che su diritto... Rita e Pietro mi sopravvalutano anche loro, si sale a sinistra.

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10:10 Terreno da torbiera, si sprofonda. Zig-zagghiamo per cercare percorsi stabili, e attraversiamo la piana, arrivando ad un gruppo di massi che segnano il punto di inizio salita. Dietro di noi i contrafforti che nascondono la capanna.

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Iniziamo la salita, bella pendente, diritta e diretta. Sono solo un centinaio di metri di dislivello, Salgo a tornanti, per diminuire la pendenza. E seconda sorpresa della giornata: una genziana di Koch, a inizio ottobre.

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10:20 Si vede la bocchetta, abbiamo anche trovato un sentiero da capre che ci facilita la salita.

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Zona nuova questa, per noi. Salendo il paesaggio roccioso si fa sempre più affascinante, con cime e guglie quasi invisibili dal basso.

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Ma anche il paessaggio in basso non scherza.

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10:40 Bocchetta raggiunta e superata, trovo Rita e Pietro che si stanno godendo la spiaggia. Non so come facciano, non si lamentano mai per tutto il tempo passato ad attendermi. Devo far loro un monumento. Il pizzo Coroi è li, dritto davanti a noi.

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Piccola pausa banana, la torta ormai è digerita, con la salita fatta. Adesso le cose non sono molto chiare. Guardando il disegno fatto da Emilio, sembrerebbe che dobbiamo tenere la quota per qualche centinaio di metri, poi salire sulla destra per prendere la cresta. Pietro ritiene che dovremmo salire in cresta subito, a me sembra strano. Sotto di noi, la valle di Larciolo, che inizia dove si trova il ponte metallico che dà accesso alla salita per la Motterascio. Via alternativa, che passa dall'alpe omonima, ormai abbandonata. Guardando indietro, vedo il Terri: sarebbe stata dura.

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Decidiamo di continuare mantenendo la quota, e poco oltre troviamo nuovamente un sentiero caprino, e iniziamo a seguirlo.

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Ci fa salire velocemente, ma non piega a destra.

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11:45 Stiamo girovagando da un'ora, ma non sembra che ci siamo avvicinati più di tanto al Coroi. Sotto di noi appaiono dei ruderi, forse i resti dell'alpe di Larciolo. Sosta discussione.

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Continuando di questo passo arriveremo tra due o tre giorni, in cima. E purtroppo il tempo inizia ad essere tiranno. E c'è la polenta che ci attende in capanna... Decidiamo per il rientro. Voltiamo la parte posteriore, e ci incamminiamo. Il Coroi lo faremo l'anno prossimo, da Crap la Crusch: il percorso è decisamente più evidente, si prende la cresta posta di fronte, e si tira dritto fino in cima.

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12:15 Chissà perché il rientro è sempre più spedito. Vero che eravamo in discesa, ma abbiamo impiegato la metà del tempo per arrivare alla bocchetta. Davanti a noi si riapre la Greina.

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Stavolta seguiamo il sentiero da capre quasi fino in fondo, agevolando non di poco la discesa.

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12:30 Quaranta minuti per salire, quindici per scendere. Ingiustizia.

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Riattraversiamo la piana, e su verso l'alpe. Un gruppo di sei gracchi sta girovagando nel cielo, probabilmente è ora di pranzo anche per loro.

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Via il laghetto...

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13:05 ... e in un attimo siamo in vista della capanna.

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Ci annunciamo arrivanti, e ci mettiamo comodi. Faccio un bel esame di coscienza: non ho raggiunto il Terri, non ho raggiunto il Coroi, come mi sento? Felice, giornata splendida in giro per praterie e sentieri, laghetti e rane, silenzio e profumi, le gambe soddisfatte, non riesco a trovare dispiacere. Lo rifarei? Subito. Bene, allora la polenta con il formaggio dell'alpe invecchiato 14 mesi me li sono meritati Avrò bisogno di due ore per riprendermi dallo choc digestivo, ma quando ci va, ci va! Ed è un secolo che non mangio più polenta e formaggio in capanna. Ciliegina per una giornata splendida.

Poi il caffé, la fetta di torta sarebbe troppo, chiacchere in libertà, due ore mezzo di pausa. Sto diventando epicureo, satrapico e godurioso. L'età mi fa male...

15:20 C'è ancora una discesa da fare, ad ogni modo. Ci accomiatiamo definitivamente, carico bottiglie (in basso farà più caldo che qui), e ci mettiamo in marcia. Controllo del sistema digestivo, il peggio sembra essere passato.

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Ciao Motterascio, all'anno prossimo, ci puoi contare.

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Discesa conosciuta, senza problemi. Il sentiero sembra essersi degradato ulteriormente rispetto all'anno scorso, l'acqua ha scavato solchi e fatto franare alcuni punti. Durante la discesa la splendida cascata che scende dalla piana attraversata stamane ci fa compagnia.

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15:45 Ponticello di metà discesa, la polenta tira verso il basso :-)

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16:00 Scendiamo tranquilli, l'appuntamento è stato spostato alle 17:15 circa, abbiamo tutto il tempo, e ce ne avanzerà anche. Sguardo indietro, per non dimenticare.

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Poi finalmente entriamo nel bosco: anche se siamo a inizio ottobre, il sole picchia mica male.

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16:30 Passiamo il piccolissimo insediamento, e arriviamo al ponte in ferro. A destra ce n'è un altro, in legno, che dà accesso alla valle di Larciolo. Guardiamo in su, ma non si riesce a vedere dove eravamo stamattina.

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Poi lo splendido percorso nel bosco di conifere che porta all'alpe Garzott, costeggiando il lago del Luzzone, bassissimo, almeno 15 metri sotto il suo livello abituale. Fa un effetto quasi spettrale.

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17:00 Puntualissimi arriviamo all'alpe Garzott. Pensavo sarebbe stata deserta, invece c'è un bel po' di gente in giro per il periodo.

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Ci mettiamo comodi sul prato accanto al parcheggio, e alle 17:15 arriva il nostro autista, che ci carica e riporta a Ghirone. Caffé a Olivone, poi rientro dopo due giorni splendidi.

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Profilo altimetrico della tratta dalla capanna alla piastra di roccia.

Profilo1
Profilo altimetrico del tratto verso il pizzo Coroi.

Profilo2
Profilo altimetrico della discesa dalla capanna all'alpe Garzott.

Profilo3
Clicka qui per vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).


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