Percorso effettuato: capanna Efra (Q2039) - passo del Gagnone (Q2217) - rifugio Tecc Stevan (Q1010) - Cassinone
(Q911) - Monastei (Q895) - bacino val d'Ambra (Q603).
Difficoltà del sentiero: T2 dalla capanna Efra al passo del Gagnone, T3 dal passo del Gagnone a Q1400 circa, T2 da Q1400 circa al bacino della val d'Ambra.
Dislivello: 400 metri di salita, 1820 metri di discesa.
Lunghezza del percorso: 12 Km
Sforzo equivalente: 25 Km
Durata (incluse le pause): 8.5 ore
Notte relativamente tranquilla, anche se ho dimenticato i tappi per le orecchie. Poco russare, riesco a dormire bene. Al mattino sono l'ultimo ad alzarsi, i 4 della Via Alta della Verzasca (VAV)
sono in piedi da un bel pezzo, e sono molto indecisi su cosa fare. Verso le 5:00 ha piovuto, temono di incontrare temporali durante la giornata. Il cielo è ancora parzialmente rannuvolato, ma
Andreas li tranquilizza, le previsioni meteo per la giornata sono buone. Ciò non ostante, decidono di lasciar stare l'ultimo tratto, tutti e 4, e di rientrare a Frasco. Non sanno cosa si sono
persi...
L'ultima coppia invece decide di conclure il tragitto dalla capanna a Gerra Verzasca passando dalla bocchetta dello Scalée. Si avviano una mezz'oretta prima di noi. Siamo gli ultimi, abbiamo
l'incombenza di chiudere la capanna. Puliamo tutto quello che c'è da pulire, riordiniamo, e lasciamo tutto come si deve. Fuori il Basodino inizia a mostrarsi oltre il passo di Redorta.
E si vede ben il passo del Gagnone.
08:35 E' ora di mettersi in marcia. Ultimo saluto a questa splendida capanna, un vero gioiellino delle montagne.
Iniziamo la salita verso il passo, roba tranquilla, sentiero di roccia ma ben percorribile. Il sole non ci ha ancora raggiunti, e non sappiamo ancora quanto suderemo al pomeriggio.
In basso ormai si vede Sonogno per intero, il lago d'Efra riceve i primi raggi del giorno.
Sempre più vicini, percorriamo la parete che divide la valle d'Efra dalla valle del Gagnone...
...e appena oltre la curva appare la cima d'Efra.
09:30 Arrivati al passo. Sensazione di meraviglia, al confine tra due mondi. Dietro di noi, la Verzasca, davanti la Leventina. Se tu volessi andare da Frasco a Personico in auto, seguendo le
strade normali, dovresti percorrere ben 65 Km. Con un po' di gambe, passando di qui, ci potresti andare in un giorno a piedi. Netta davanti a noi la divisione tra le due valli.
A sinistra Efra, a destra Gagnone / Ambra. Andreas ci informa che qui sul passo c'è un mini-laghetto, non catalogato. Deponiamo i sacchi (niente paura di furti), e ci avviamo seguendo il filo del
passo verso l'altra estremità, dove ben nascosto in una piccola conca lo troviamo.
Mentre torniamo al sentiero, passa un elicottero. Non è quello della Rega, mentalmente gli mando qualche maledizione. Scoprirò questo pomeriggio tardo che proprio non se le meritava, e
anzi...
10:00 Saluto al passo, la discesa sarà lunga, non si può dormire troppo. La temperatura intanto ha iniziato a salire, operazione spalmaggio crema. Già ieri ha fatto un caldo bestiale, oggi saremo
fuori bosco per buona parte della giornata. Ciao Gagnone, è stato bello fare la tua conoscenza.
Iniziamo la discesa (sarà lunga lunga) percorrendo dolcemente l'ampia conca superiore formata dal passo, con pendenza umana, portandoci verso i resti di un piccolo insediamento.
Sotto di noi però appare evidente che la discesa non sarà tutta di questo tenore.
Caldo, comincia a fare caldo. Ho caricato 2.5 litri d'acqua, spero mi bastino per arrivare in basso. Intanto, tra le guglie sotto la cima d'Efra, mi sembra di riconoscere l'Adula.
La discesa, dopo le rovine, ha cambiato ritmo, e scende bella decisa. Lavoro di quadricipiti, il sole che picchia sulle teste, caldo caldo caldo non ostante siamo a circa Q1900. Piccola sosta
all'ombra per rifornire il serbatoio, e proteggerci qualche minuto dal sole. In alto sentiamo scampanio di bestiame: un gregge di pecore che ha passato una bocchetta sulla destra del passo del
Gagnone, e che sta percorrendo il filo di cresta.
10:50 Le pecore, arrivate a sinistra, cominciano a scendere per un vecchio sentiero diretto, che le porterà più o meno dove ci siamo fermati. Vengono giù sparate, saranno più di un centinaio.
Già, ma loro hanno le quattro trazioni, io solo due.
11:25 Si scende, si scende, si scende. Orami la pendenza è bella decisa. Agoniamo un po' di ombra, non so quanti gradi ci siano, ma fa veramente caldo. Le scorte d'acqua stanno calando ad una
velocità impressionante, non riesco a tenere il ritmo con il sudore. Passiamo una piccola prateria, unico punto pianeggiante di questo pezzo di percorso.
Soddisfazione guardando indietro, e rendendosi conto di quanto siamo scesi. Si vede ancora la cima di Gagnone, ma ormai il passo è nascosto dalle terrazze che abbiamo passato.
12:05 E ancora giù. Le gambe orami iniziano ad essere molli, per la fatica e per il caldo. L'acqua è terminata, ma bisogna tenere duro. Il mio cappellino, se strizzato, butterebbe fuori almeno un
litro, e la camicia sicuramente di più. Ma si intravvede la fine di questo toboga micidiale. Decisamente è un passo che non farò nell'altra direzione, penso che arriverei in cima con le gambe
distrutte.
A parte la fine della discesa, quello che ci dà conforto è la presenza del bosco. In luglio la meteo è stata impietosa, e in agosto non molto meglio. Probabilmente l'estate ha deciso di tirare
tutte le sue freccie in pochi giorni, questi, sottoponendoci ad una canicola fuori dall'ordinario.
Andreas, che è molto più avezzo di noi a questo genere di fatiche, è scomparso là davanti da un bel pezzo. Rita rallenta per non perdermi per strada. Poi, finalmente, capiamo di essere
praticamente in basso. Due belle cascate, che avevamo attraversato in alto, ricompaiono sul nostro fianco.
12:30 Raggiungiamo il corso formato dall'unione delle due. Mai acqua fu tanto apprezzata come questa volta. Riempiamo le bottiglie, vuote da troppo tempo, e ci godiamo un attimo la frescura che
si prova qui.
Andreas è visibile un buon 200-300 metri davanti a noi, deve essersi fermato anche lui qui nei paraggi, sennò non lo vedremmo neanche. Per finire in bellezza la discesa (mancano poche decine di
metri), passaggio esposto con sentiero strettissimo e niente a cui attaccarsi. Il mio povero stomaco comincia a sussultare in modo preoccupante. Avanzo lento come una tartaruga bernese con i
freni tirati in salita in retromarcia, mini attacchi di iperventilazione ogni pochi secondi.
Poche decine di metri, ma mi sono costate quasi come un'ora di discesa. Finalmente il sentiero spiana, ed è quasi ora di fare il pieno del pancino.
Dietro di noi, una delle balze che porta al passo.
12:55 Raggiungiamo Andreas, che si è sistemato all'ombra in prossimità di un edificio diroccato. Sollievo: ombra, poter togliere una mezz'oretta gli scarponi (i piedi a questo punto sono delle
armi chimico-batteriologiche), e lasciar riprendere i poveri quadricipiti. La strada da qui è ancora lunga, kilometricamente parlando.
Passa una coppia svizzero-tedesca che intende salire il passo per andare alla Efra. Non diciamo niente, auguriamo loro unicamente una buona salita!!!
13:30 Va decisamente meglio, anche se abbiamo quasi terminato l'acqua raccolta alla cascata. Ripartiamo per entrare finalmente nel bosco.
Il bosco!!!!!
E' ancora un sentiero duro, roccioso, non liscio, che richiede attenzione costante per camminare, ma è il bosco. E a fianco, a sinistra, la valle Gagnone inizia a mostrare il meglio di se. Il
rivo d'acqua forma continuamente pozze e cascate, di colori bellissimi. Spesso nascoste dalla vegetazione, le si intravvedono tra le foglie.
14:15 La Provvidenza è con noi. Arriviamo al casolare di un (probabilmente) cacciatore, chiediamo alla signora il permesso di fare il pieno alla loro fontana, permesso che riceviamo di buona
grazia. Riempio tutte le bottoglie che ho, 2.5 litri, spero che basti.
Orami si va via bene. Il bosco è bellissimo, vivo, il sentiero si sta ammorbidendo e le roccette stanno scomparendo. Andreas è da qualche parte, pensiamo davanti, dato che non lo abbiamo
superato. Poi il sentiero si apre su di una radura, anche qui un rustico, e Andreas che sta chiaccherando con una coppia (svizzero-tedesca). Li conosce... Quest'uomo è da non credere, conosce
tutto e tutti, è una guida favolosa.
15:00 Abbiamo passato la deviazione per il rifugio Tecc Stevan, che resta sull'altra sponda del fiume, ponte che attraversa. L'idea ieri era di fermarsi e prepararsi il caffé qui. Ma a questo
punto il caffé è l'ultima delle nostre preoccupazioni. Passiamo via e tiriamo dritto, il caffé lo berremo a Personico (magari con il gelato).
In pochi minuti arriviamo al bivio (anzi, trivio) che segna la fine della valle Gagnone, e l'inizio della val d'Ambra. Da qui è storia conosciuta, l'abbiamo già percorsa due volte. Piccola
discussione: prendiamo il lato sinistro o il lato destro? Il lato destro è più bello, pineta, ma più lungo, e resta in quota quasi fino in fondo, per scendere poi tutto d'un colpo, A sinistra è
più corta, pendenza regolare, ma rischiamo di restare esposti al sole. Dopo breve consultazione decidiamo per la sinistra.
Scendiamo al ponte, lo attraversiamo, poi su verso Monastei. C'è chi ha ancora la forza di fermarmi per raccogliere e mangiare lamponi :-)
15:30 Ci siamo tirati avanti bene, ma nuovamente le scorte d'acqua sono al limite. Per fortuna accanto ad un rustico isolato troviamo una fontana funzionante. L'acqua non finisce solo nelle
bottiglie, ma anche in faccia e sulle braccia. Se a Q1900 faceva caldo, qui è torrido.
Accanto alla fontana, una ragnatela, ma questa volta è il ragno che ci ha rimesso le penne. Una vespa è riuscita ad infilzarlo, e credo se lo stia digerendo.
Probabilmente Grégoire commenterà che vedo le vespe, ma non le vipere, alle quali sono sicuramente passato accanto.
15:50 La valle inizia ad addolcirsi, compare l'erba, e fortuna-fortuna, il sentiero è praticamente tutto all'ombra. Non abbiamo perso molto scegliendo questo lato.
16:25 Sotto di noi compare il bacino. La lunga traversata è quasi conclusa. Ci sarà ancora la discesa fino a Personico da fare, dove Andreas ha piazzato l'auto ieri mattina prima di venire a
Gordola (grazie, Andreas, grazie). Io avevo proposto di farcela a piedi fino a Biasca per prendere il treno, ma per fortuna non mi ha dato ascolto.
16:40 Siamo al bacino, con vista sulla Leventina.
Al parcheggio c'è un signore con gippone. Andreas si fionda, e gli chiede se gli dà un passaggio fino in paese, per poter risalire con la sua auto a prelevarci. Il signore in questione è un
pastore (di pecore, voglio dire). che questa mattina è passato con l'elicottero (quello a cui avevo mandato le maledizioni mentali), aveva recuperato il suo gregge e lo aveva portato al passo del
Gagnone e poi giù fino al pascolo. Quello stesso gregge che ho fotografato... Mi rimangio tutte le maledizioni, soprattutto quando acconsente alla richiesta di Andreas.
Mentre Andreas scende, Rita ed io ci mettiamo comodi, e ci scoliamo le ultime gocce d'acqua. Non ho fatto calcoli precisi, ma credo che nel corso della giornata siano andati circa 7 litri a
testa.
Poco dopo arriva Andreas, ci carica, e delizia dell'aria condizionata in auto, il mio corpo smette di sudare. Rientiamo a casa, e offriamo ad Andreas (e a noi) una bella cena in terrazza, con
compagnia di figli, caffé, dolce. Se l'è proprio meritato.
Traversata veramente impegnativa, soprattutto per le temperature, ma affascinante. In futuro, magari in settembre, quando il sole non picchia più così tanto...
Ecco il profilo altimetrico di questa seconda giornata.
Post scriptum: le gambe ci hanno fatto male per tre giorni :-(
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).
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Tra Verzasca e Leventina, giorno 2, dalla capanna Efra a Personico, 20.08.2011
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