Percorso effettuato: Cogne (Q1534) - Sylvenoire - Lillaz (Q1611) - testa delle cascate di Lillaz (Q1720) - Goilles -
Desot (Q1833) - alpe Bardoney (Q2229) e ritorno per la stessa via.
Difficoltà del sentiero: T1 da Cogne ai piedi della cascata, T2 il resto.
Dislivello: 800 metri.
Lunghezza del percorso: 18 Km
Sforzo equivalente: 26 Km
Durata (incluse le pause): 8.25 ore
Penultimo giorno di escursioni vacanzifere. Le signore ieri sera hanno complottato tra di loro, e hanno deciso: meta l'alpe Bardoney, passando dalle cascate di Lillaz. A far pendere l'ago della
bilancia per questo tragitto sembra siano stati la bellezza del sentiero tra Cogne e Lillaz che passa da Sylvenoire, e la vista sulla valle dietro le cascate dal sentiero naturalistico. L'idea mi
aggrada, la guida lunedi sera aveva detto che da questa parte la pendenza è più dolce.
09:10 Stamane il cielo è decisamente più pulito degli altri giorni, e fa ben sperare per la giornata. Abbiamo trovato un negozietto che vende le focacce salate alle olive, oltre a dell'ottima
frutta, e ci fermiamo per acquistare il pic-nic. Il Grand Paradiso ha deciso di mostrarsi in tutto il suo fulgore.
Come ieri percorriamo le viuzze di Cogne per portarci alla stazione di valle degli impianti di risalita, e di nuovo primo pezzo da sherpa nepalese fino al ponte.
09:50 Arriviamo al pianoro con il baretto ed il capannone, e questa volta prendiamo verso sinistra, seguendo l'indicazione "Sylvenoire". Il terreno ancora umido per la pioggia di ieri, il primo
sole fa salire vapori dall'erba.
Il percorso è semplicemente splendido: piccole radure allungate, congiunte dal sentiero che esce ed entra continuamente nel bosco. Verde e silenzio tutt'attorno, poche persone che fanno jogging o
nordic walking.
10:15 Restiamo alti nella selva, passando Champlong. Sentiero da innamorarsi, di quelli che se me ne dai per 10 ore in una giornata, non batto ciglio.
10:35 Purtroppo l'incanto finisce prima di Lillaz, e si torna sulla forestale che costeggia il fiume. Passiamo il ponte, ed entriamo a Lillaz.
Poi via lungo l'agevole sentiero che porta alle cascate, dove arriviamo in un attimo. La zona è molto frequentata, famiglie con bambini, giovani, anziani, gruppi.
Iniziamo la salita, il sentiero si avvicina e si allontana continuamente, ci sono decine di varianti, c'è solo l'imbarazzo della scelta per il percorso da seguire. Le acque, un incanto, un colore
azzurro tenue, condito di schiuma bianca per i salti.
Due o tre passaggi un pelino più impegnativi, coda senza semaforo tra chi sale e chi scende. Noto con piacere che dove il sentiero si fa più difficile (questo ad ogni modo non è difficile) e
richiede un po' più di tecnica, la stanchezza scompare come per incanto, e si risvegliano nuove risorse fisiche e mentali. Intanto in basso cominciano ad apparire i tetti di Lillaz tra le cime
degli alberi.
11:05 Testa della cascata, ponte che la attraversa.
Voglio la foto della cascata dall'alto. Mi metto con la pancia appoggiata alla staccionata, e la testa inizia a girare, respirazione fuori controllo... Mi distacco in retromarcia, riprendo il
controllo, mi riavvicino, vado in apnea e scatto. Che fatica!
Ci troviamo su di un piccolo pianoro, Chartaset a Q1720. Gran svolazzare di farfalle tutt'attorno, diverse che non avevo mai visto. Tutte impazzite, si fermano per pochi secondi sui fiori, e
spesso chiudono le ali invece di lasciarle belle spalancate per permettermi di fotografarle.
Non c'è evidenza di sentiero per proseguire da qui. Puntiamo su di un casotto al limitare del pianoro, sperando di trovare un qualche cartello.
Il sentiero dovrebbe proseguire sulla sinistra di questa piccola cascata, per portarci alla valletta superiore. Ci guardiamo attorno, e un poco più in alto, oltre ad un piccolo avvallamento,
vediamo dei cartelli. Puntiamo in quella direzione.
Sentiero trovato, sale seguendo la condotta d'acqua forzata di color verde che scende dalla valle superiore. Il sole inizia a picchiare bene, penso che farà abbastanza caldo oggi. Diversi insetti
interessanti, specialmente una cavalletta che quando salta apre delle (finte?) ali di color rosso. Purtroppo non riesco a riprenderla durante il salto.
Magari nel frattempo sono passato accanto ad un mammuth, e non me ne sono accorto :-)
11:45 Arrivo anch'io in testa alla seconda cascata (a si, avevo dimenticato di dirti che Danila, Rita e Pier mi hanno lasciato indietro alla grande). E come spesso succede, un angelo che
attende.
Piccola pausa rifocillante, sono come un orologio, verso le 11:30 devo mettere carburante in pancia. Poi ci avviamo, e si apre il paradiso.
Fischietto camminando (spero di non aver spaventato nessuno), e poco oltre il paesaggio si apre su di una piana dolcissima.
12:05 Il sentiero ci ha condotti a Goilles - Desot, con una casetta deliziosa alla Heidi.
Lungo questo tratto delle farfalle splendide, che qui in Ticino non avevo mai visto.
Ancora poche centinaia di metri, e arriviamo al ponte che ci permette di passare sull'altro versante, ed iniziare la salita verso Bardoney. Danila e Pier, gentilissimi, hanno deciso di
attenderci.
Felice. Sono felice. Se il resto dell'escursione è così, è da incanto. A questo aggiungi che sono quattro giorni che girovaghiamo con circa 1000 metri di dislivello al giorno, e le gambe vanno
via che è un vero piacere, senza sforzo. Non sapevamo come sarebbe stata, stiamo superando le più rosee previsioni. Il sentiero dopo il ponte inzia a salire.
passando per prati...
...e rituffandosi nel bosco.
13:00 Non ostante la pendenza sia contenuta, le signore mi hanno staccato, ma le ritrovo al punto pic-nic.
Pier, che utilizza la strategia "cammello" (fa un pieno micidiale a colazione, poi va avanti tutto il giorno senza più mangiare e quasi bere), ha ricevuto il via libera per continuare lungo il
sentiero ed andare in esplorazione. Noi ci sistemiamo tra formiche e mirtilli, e via con la focaccia e la frutta.
13:30 Danila e Rita, per motivi vari, hanno deciso di terminare qui l'escursione e rientrare. A me dispiace un po', non dovrebbe mancare molto a Bardoney. Pier tra l'altro non è ancora rientrato,
aveva promesso di stare via mezz'ora. Ricevo il graditissimo permesso di concludere l'escursione in solitaria, salire fino a Bardoney, e raggiungere poi i miei compagni a Lillaz. Mi carico il
sacco, e parto.
In spregio a tutte le direttive sugli scarponi che trovi in questo sito, sto utilizzando delle scarpe basse, suola ben profilata, ma senza tenuta laterale, io che ho subito già due volte
l'incrinatura dei legamenti della caviglia destra. Sono matto, ma sono leggere, e fin'ora non ho avuto problemi. Le ho utilizzate da martedi (lunedi al Sella ho messo quelli da montagna, non
sapendo come sarebbe stato il sentiero), e anche nella discesa dall'alpe Loie non mi hanno mai tradito.
Lungo la salita incontro Pier che scende, gli spiego la situazione, e lo informo che le signore lo attendono lungo la via del ritorno.
13:50 Il sentiero esce dal bosco, ed inizia a spianare, paesaggio tipico da alpeggio.
Bella cascata alla mia sinistra.
Il sentiero davanti a me è un invito a percorrerlo. Comincio a volare, lo spirito in alto ed il corpo senza peso, movimento felice di gambe ed anche, non ho nessun dolore da nessuna parte, anche
la botta alla schiena si è riassorbita completeamente. Danza di suole e massi, sguardo veloce che prevede il prossimo passo, armonia profonda tra statico e dinamico.
Paesaggio splendido, occhi che si riempiono di colori, forme, contrasti. Acqua che canta.
Il "Rosso e Nero" di Stendhal in cima ad una cresta...
Vita che fluisce silenziosa.
Dov'è l'alpe Bardoney? Non mi importa, spero di non arrivarvi mai.
14:05 E invece, maledizione, arrivo al bivio alpe - lago de Loie.
Devio verso l'alpe, e inizio a fare una ponzata: "e se continuassi fino al lago per scendere direttamente a Lillaz"? L'unica cosa che mi frena è la pendenza della discesa.
14:15 Alpe Bardoney raggiunta. In uno dei rustici ci deve essere qualcuno, si vedono il fumo dal camino e le scarpe fuori dalla porta. E due cani, decisamente bisognosi di coccole. Sporchi,
probabilmente affamati, ma con gli occhi buoni. E come fai a non dare loro una bella strepenata sulla schiena e sulla pancia?
Intanto arriva una giovane coppia tedesco-parlante, si fotografano a vicenda. In questi casi mi offro sempre di fare la foto di gruppo, dato che normalmente uno manca. Accettano piu che
volentieri. Poi mi rimetto in cammino per il rientro. Ho tempo fino al cartello per decidere se scendere per la stessa via, oppure passare dal lago. Cactus!
Cartello... Un signore arriva dal lago, chiedo quanto ci vuole, 45 minuti. Roba da niente... Però ho promesso di rientrare dalle cascate... Bé, posso sempre trovare una giustificazione per
spiegare perché non l'ho fatto... Poi sulla bilancia vengono messi la discesa dal lago, ed il sentiero nel bosco e lungo la valle, e il piatto pende decisamente per questi ultimi. Ok, rientro per
la stessa strada.
14:35 Qui non è bello solo il paesaggio, ma anche l'opera dell'uomo.
Ricomincio a volare il sentiero. La discesa "pazza" dell'anno scorso dalla Motterascio al Luzzone mi ha tolto un bel po' di paure per questi tratti. Anche in discesa adesso saetto (almeno,
rispetto a prima). Riuscissi a fare la stessa cosa in salita...
Cactus in fiore, a Q2000 e passa.
15:25 Mi sono spappato la discesa quasi senza scattare foto. Troppo bello il saltellio da un sasso all'altro, il morbido degli aghi di pino, le curve, il canto del bosco. In neanche un'ora sono
arrivato nuovamente al ponte.
Stavolta non ho Rita davanti, e inserisco il mio passo da pianura. Il sentiero sfila sotto i miei piedi leggero e leggiadro. I pochi escursionisti in circolazione vengono superati. Sono parte
integrante di questo paesaggio, mi porta e mi guida, ne vorrei sempre di più.
Nuovamente in zona farfalle.
E un "non so cosa sia, ma è proprio bello".
15:50 Arrivo al termine della valle dietro le cascate, e appare nuovamente Lillaz.
Adoro questo obiettivo che passa dal 18 (come la foto appena sopra) al 200 (come per le farfalle) in un attimo :-)
16:00 Lillaz raggiunta. Rita mi ha chiamato e comunicato dove si trovano per la merendina.
Li raggiungo, e mi gusto un gelato, poi un caffé. Hai mai notato quanto sia buono un gelato (anche industriale) dopo una escursione come questa? La felicità si trasmette al preparato, che
migliora istantaneamente. Complice il caldo (ho esaurito quasi tutta la scorta d'acqua), me lo slappo come fosse la cosa più buona al mondo.
16:45 Nuovamente riuniti, ci apprestiamo a rientrare a Cogne. Abbiamo deciso di ripassare dalla Sylvenoire, molto più bello che lungo il fiume.
Dato che ho già avuto la mia razione di "solitudine", cammino con loro anche se il tracciato mi permetterebbe altre velocità.
17:15 Gustata anche al Sylvenoire, iniziamo la discesa verso Cogne. Si vede molto bene l'albergo dove siamo alloggiati.
17:25 Ed eccoci in paese. Cuore che esulta, attesa per una bella cena (la cucina in albergo è ottima), poi pianificazione dell'ultima escursione prima di rientrare alla normalità di tutto
l'anno.
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di particolare).
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Cascate di Lillaz e alpe Bardoney da Cogne (Aosta), 29.07.2011
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