Percorso effettuato: Cogne (Q1534) - Valnontey (Q1670) - Pascieux (Q2224) - rifugio Vittorio Sella (Q2588) e ritorno per
la stessa via.
Difficoltà del sentiero: T1 da Cogne a Valnontey, T2 per la salita.
Dislivello: 1'100 metri.
Lunghezza del percorso: 12 Km
Sforzo equivalente: 23 Km
Durata (incluse le pause): 8.5 ore
Sono arrivate le vacanze!!!! Dopo una bella settimana al mare a inizio luglio, seconda tornata di una settimana. Questa volta ho messo in programma qualcosa di speciale: una vacanza a Cogne
(Valle d'Aosta), con escursione giornaliera, meteo permettendo. Massimo, che abita a Saint-Vincent, mi aiuta a trovare albergo, cartine, e percorsi. Lui e suo fratello Alain gestiscono da una
decina di anni uno splendido sito pieno di escursioni, foto, tracciati, testi, e tanto altro sulla montagna. Gentilissimo si presta, e come
ricompensa offriamo a lui e alla moglie Silvia la cena mercoledi ad Aosta.
Con noi Danila e Pier, rodati e scafati. L'idea iniziale era di fare un giorno escursione dura, e un giorno qualcosa di leggero, dato che Rita ed io non sapevamo se avremmo tenuto botta per una
settimana filata. Per finire, di escursioni di un certo impegno ne abbiamo fatte cinque, con circa 5'000 metri di dislivello: test superato per noi due. Per Danila e Pier, penso fosse roba di
normale amministrazione :-)
L'albergo (Sant'Orso) che abbiamo utilizzato come base di partenza, è ottimo, e te lo posso
consigliare. L'unico dubbio è la meteo: quest'estate ballerina non sembra voler dare tregua con le sue pioggie. Accendiamo qualche cero prima di partire, ed incrociamo le dita.
La zona di Cogne si trova nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, massiccio che si eleva tra il Piemonte e la Valle d'Aosta, e che possiamo intravvedere con i suoi ghiacciai dal
nostro albergo, in fondo alla valle che porta a Valnontey. Sentieri curatissimi, numerati sulla cartina e sul terreno, impossibile perdersi.
08:30 Pronti per la prima escursione: salita al rifugio Sella. Tengo d'occhio la meteo della zona da diversi giorni, con alterne fortune. Un sito mi dice pioggia tutta la settimana, un altro
bello, un altro ancora variabile. Per sicurezza nel sacco carichiamo roba calda e K-Way. Intanto però la situazione non sembra essere male.
Dietro l'labergo prendiamo la forestale che conduce a Valnontey. Larga, comoda, adatta anche a passeggiate con il passeggino.
Ci godiamo il percorso tranquillo nel bosco, il fiume che canta alla nostra sinistra, piccoli sali-scendi tanto per scaldare i muscoli. Percorso delizioso, che rifaremo mercoledi con la
pioggia.
09:15 In vista di Valnontey. Passiamo un maneggio, i cavalli già pronti e sellati per i turisti. Davanti a noi il gruppo del Gran Paradiso, con le bianche lingue di ghiaccio che scendono. Si
capisce anche che fino a non molto tempo fa le stesse erano più consistenti e lunghe: la roccia mostra evidenti i segni del lavoro durante i secoli.
Il paesaggio è decisamente diverso da quello ticinese. Presenza rilevante di minerali di ferro, zone rosse evidenti lungo tutte le catene. Sopra Cogne, durante il Medio Evo, erano attive
delle miniere di questo minerale.
Dal centro del paesino, raccolto attorno al ponte, parte il nostro sentiero. Mentre iniziamo la salita, Danila nota un camoscio che bruca tranquillamente in un prato, senza curarsi di niente.
09:30 Passiamo l'entrata del giardino botanico alpino "Paradisia". Avevo previso di farci una capatina durante una delle tre giornate tranquille, dato che sia Danila che Rita sono
appassionate di fiori. Il sentiero continua contornando il perimetro, e possiamo sbirciare all'interno: aiuole ben tenute, delimitate da sentieri.
Adesso inizia la salita dura e pura, divisa in tre fasi: la prima ci porterà fino alla testa della cascata che scende dal pianoro del rifugio, secondo tratto lungo un costone parallelo alla
valletta della cascata fino ad un ponte, e dopo il ponte ultimo tratto per arrivare al rifugio. Il pezzo più pendente (e impegnativo) è il secondo. Ma è inutile fasciarsi la testa prima di averla
rotta, così, fintanto che ho ancora fiato, mi sollazzo con fiori e insetti.
Sentiero bello roccioso, di quelli che il mio durone non gradisce molto. Ma sarà peggio in discesa...
Saliamo a zig-zag all'interno di un bosco, lungo un cono di frana che si restringe man mano che ci alziamo, rendendo sempre più vicini i tornanti. La cascata si fa sentire bene, ma gli alberi
impediscono di vederla per la maggior parte del tempo.
In uno scorcio, Valnontey.
Nei punti estremi, alle curve, si esce per poco dal bosco, e ci si ritrova confrontati con capolavori rocciosi e verticali.
10:20 Testa della cascata. Un ponte in legno ci permette di attraversarla. Il parapetto è alto, riesco a sporgermi per una foto.
Con la cascata termina definitivamente anche il bosco, e la salita aumenta la pendenza. Già i miei compagni mi hanno dato un bel distacco, adesso mi doppieranno pure...
E pensare che Vittorio Emanuele II veniva su di qui almeno una volta all'anno, per andare a caccia di stambecchi. Era tutta proprietà privata, una volta.
10:50 Arrivo ad un primo alpe, Pascieux. I miei compagni ormai sono fuori vista, e il mio stomaco reclama un po' di carburante. Trovo un bel sasso all'ombra, sotto un pino cembro, e mi
faccio la pausetta merendina. Nel frattempo diversi altri gitanti passano, compresa una coppia scozzese, già avanti con gli anni, con la quale scambierò diverse frasi sia in salita che
discesa, dato che più o meno andiamo alla stessa velocità :-)
Terminato il riempimento mi rimetto in cammino, mancano ancora un bel po' di metri fin lassù. Intanto il sentiero sopra di me sembra spianarsi, cosa che mi fa ben sperare.
11:10 Là in alto, appare una croce, e quella che sembra una terrazza. Che sia il rifugio? Dai che non manca molto.
11:30 Invece no. Fregatura. Il sentiero scende dal costone che ho percorso per portare al secondo ponte, ed iniziare la salita dall'altra parte. E io che avevo detto a delle ragazzine
francesi che forse si, il rifugio era quello :-(
Piccola discesa al ponte...
...e poi via con lo zigo-zago.
11:40 La cima rossa si avvicina sempre più. Sul terreno segni di basalto, magnetite, e altra robetta geologica. Penso che Amedeo si troverebbe a casa sua qui, e saprebbe spiegarmi molte cose
della formazione di queste montagne.
La fatica non mi impedisce di godermi il Gran Paradiso, che gentilmente si è avvicinato.
12:20 Sono in zona "croce che ti fa pensare che li ci sia il rifugio". In effetti da qui si vede che si tratta di un alpeggio, e quella che sembrava una terrazza, in realtà è un recinto. In giro
solo un lama e due asini.
Una consolazione c'è: inizio a sentire vento di cresta, in che vuol dire che bene o male cambia la pendenza, lassù. In effetti poco sopra il sentiero inizia a spianare, e appare la conca
all'interno della quale si trova il rifugio: bellissima.
12:35 Un edificio!!!! Un po' piccolo per essere il rifugio... In effetti si tratta del "Casotto del Lauson", e due persone stanno facendo la guardia: Pier e Rita si sono dati il cambio (Pier è
arrivato da una buona mezz'ora) per essere sicuri che non mi fossi perso.
Piccolo dosso, e finalmente appare il complesso di edifici (ben tre) che formano il rifugio.
Punto di passaggio importante dell'Alta Via #2 della Valle d'Aosta, si trova tra Valnontey e Valsavaranche. C'è un piccolo passo da fare per andare di là, a Q3200. Mi sarebbe piaciuto
arrivarci (sono un due orette ancora), ma decisamente sono partito troppo tardi.
Ci ritiariamo nel rifugio per il pranzo, e veniamo serviti da una ragazza del Camerun. Studentessa, parla benissimo l'italiano, è qui per guadagnare qualche soldino. Deve essere ai primi giorni
di lavoro, la guardiana (con un bel "Brontolo" scritto sulla maglietta) la insacca a ripetizione. Minestrone, fetta di torta stra-abbondante, thé caldo.
13:45 Nell'oretta di pausa il cielo si è rannuvolato per bene, e siamo preoccupati per il tratto centrale di discesa, sasso-terroso, che se si bagna mi sa che non tiene mica tanto. Tra calo
di temperatura esterna, avvio della digestione, e immobilità ci siamo raffreddati, per cui infiliamo quasi tutto ciò che abbiamo prima di iniziare la discesa.
Pier è partito un po' prima: la discesa non è il suo forte. Davanti a noi si apre la valletta, che vista da qui ha tutto un altro aspetto :-)
14:30 Decisamente scendere è più facile che salire: siamo già al ponte.
Il cielo non è quello d'Iralanda, ma fa la fisarmonica ugualmente. Un po' si apre, un po' si rannuvola nuovamente. Manteniamo il ritmo per cercare di arrivare almeno al secondo ponte prima che
inizi a piovere, se proprio deve farlo.
Verticalità.
Poco sopra il ponte, c'è un secondo sentiero che scende con pendenza costante senza attraversare. Ci sarebbe piaciuto passare di li, ma un bel cartello (visto già durante la salita) indica che è
chiuso. Penso arrivi direttamente nel bosco, senza passare neanche il ponte della cascata. Abbiamo discusso in rifugio, e deciso di non rischiare: magari è franato più avanti.
In diverse zone della roccia il colore fa pensare alla presenza di dolomia saccaroide.
15:30 Tratto centrale terminato. Siamo scesi talmente veloci che abbiamo potuto permetterci anche una piccola pausa presso un insediamento diroccato, complice il vento che spazzato
quasi tutte le nubi.
Da qui la situazione si ritranquillizza. Scendiamo bene, reincontrando la coppia scozzese per l'ennesima volta.
16:10 Discesa terminata, siamo a Valnontey.
16:15 Passao l'insediamento, chiedo ai miei compagni di poter sgranchire le gambe, e andare alla mia velocità. Sono solo 3.5 Km fino a Cogne, giusto quel tanto che basta per mettere l'overdrive.
Impietositi dalla mia situazione disperata, mi concedono il privilegio. Parto salutando il cavallo che invece di camminare non sembra più aver voglia.
Le gambe reagiscono bene, e via a due passi al secondo, 1.9 metri, ritmo di corpo e non di testa. Sento appena appena i muscoletti, hanno retto bene a questa prima fatica. In breve mi lascio
indietro Rita, Danila e Pier, ed inizio i sorpassi sulla forestale.
16:45 Cogne raggiunta. Mi piazzo su di una sedia del giardino del nostro albergo per attendere il resto della compagnia.
17:00 Ed eccoli, infne :-)
Per terminare in bellezza, dopo una bella doccia, cappuccino e giornale, e cenetta deliziosa. Prima giornata memorabile.
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).