Percorso effettuato: golena del Ticino dalla piazza di giro di Via Motta al ponte Giubiasco - Sementina.
Difficoltà: sentiero T1
Lunghezza del percorso: circa 10 Km.
Sforzo equivalente: 10 Km.
Durata (incluse le pause): 2 ore.
Si, siamo diventati pigri, e i muscoletti ne hanno risentito. Poi è arrivata l'aria siberiana, con temperature alla mattina di -8°C, e non tanto meglio durante il giorno. Impossibile salire, a
Q2000 freddo pazzesco e vento sconsigliano di mettersi in marcia. Però bisogna sgranchirsi un po'... Decidiamo per una passeggiatina tranquilla, la più comune, conosciuta e frequentata dai
bellinzonesi di tutte le età: la golena del fiume Ticino, che passa vicino a casa nostra. Si aggrega Marco, anche lui ha bisogno di rimettere in moto le gambe.
Non starò a descriverti l'escursione, piacevolissima, a parte l'onnipresenza del rumore del traffico, soprattutto dell'autostrada. Se abiti in zona, l'avrai fatta anche tu migliaia di volte. Per
una volta ne aprofitto per fare il didascalico, e offrirti un po' di cultura, se vuoi.
Il Piano di Magadino è la zona pianeggiante di maggior superficie del Ticino, con i suoi circa 25 Km quadrati. Si estende da Bellinzona alla foce del fiume Ticino per circa 12 Km, e ha una
larghezza media di circa 2 Km (tu che mi leggi da Parma o lì attorno, per favore, non metterti a ridere, tu che quando ti guardi attorno vedi circa 40'000 Km quadrati di Pianura Padana). Ha una
leggera pendenza Est - Ovest (Q250 a Bellinzona, Q198 alla foce del Ticino).
La nascita di questa piana (geologicamente) è avvenuta in tre fasi: la prima fase è stata caratterizzata dalla formazione delle Alpi, dovuta alla spinta della placca tettonica africana contro il
continente europeo.
La seconda fase ha avuto luogo durante le varie glaciazioni. Il ghiaccio ha scavato una vallata ad U, partendo più o meno da Biasca, scendendo fino a Bellinzona, poi girando verso Ovest e
spingendosi fino a Sesto Calende, dove si trova la morena frontale del ghiacciaio, che fa tutt'oggi da sbarramento. Lo scavo è stato profondo, tanto è vero che il fondo valle originario scendeva
fino a sotto il livello del mare (nel golfo di Locarno il fondo è a circa 100 metri sotto il livello del mare).
La terza fase è stata caratterizzata dal riempimento d'acqua di questo immenso scavo, riempimento che ha formato l'attuale Lago Maggiore (o Lago Verbano o Lago di Locarno), e dall'apporto di
detriti da parte del fiume Ticino che hanno riempito progressivamente il lago (che una volta arrivava fino a Bellinzona) formando l'attuale Piano di Magadino. Nello stesso tempo altri fiumi hanno
formato dei delta invadendo il lago, e il più notevole è quello del fiume Maggia; su questo delta troviamo le località di Locarno ed Ascona. Senza l'intervento dell'uomo tramite la sua estrazione
di inerti alla foce del Ticino e della Maggia, il lago in qualche decina di migliaia di anni si sarebbe "rotto" in due: il delta della Maggia sarebbe arrivato dall'altra parte (a Magadino)
formando un piccolo specchio d'acqua tra Tenero e Locarno, e il resto del Lago Maggiore partendo da Ascona (Interlaken, nel canton Berna, è un esempio di questo fenomeno). In questa foto si può
vedere come il delta si sia incuneato nel lago.
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Fino alla fine dell'800 il fiume Ticino scorreva libero sul Piano di Magadino, variando continuamente il suo percorso, e formando di conseguenza una zona paludosa, dove prosperava la zanzara
anofele, portatrice della malaria, malattia che era presente in Ticino per questo motivo. Spesso le pioggie torrenziali creavano buzze spaventose, che spazzavano via tutto lungo il loro cammino.
La più famosa di queste fu la "Buzza di Biasca". Il 30.09.1513 il fianco del monte Crenone, posto appena dietro Biasca, franò, e i detriti chiusero completamente l'imboccatura della valle di
Blenio. Il Brenno formò così un lago, profondo 60 metri e che arrivava oltre Malvaglia. Malvaglia stessa rimase sommersa, e dal lago fuoriusciva unicamente il campanile della chiesa. Il
20.05.1515 lo sbarramento cedette all'improvviso, il lago si svuotò di colpo, e le acque si riversarono lungo la Riviera, poi giù lungo il piano di Magadino fino al lago Maggiore. La quantità
d'acqua fu almeno 100 volte maggiore di quella che uscì dalla diga del Vajont il 02.09.1963, e se hai visto i filmati di quella tragedia, puoi avere un'idea di cosa possa essere successo. Le
acque spazzarono tutti i ponti che univano le due sponde del Ticino da Biasca fino alla foce del Ticino, e distrussero una parte della murata che congiungeva Castelgrande a Bellinzona con il
ponte della Torretta (fonte: Wikipedia).
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Sul lago Maggiore deve essersi verificato uno tsunami, ma non sono riuscito a trovare riferimenti dei danni che deve aver causato.
All'inizio del '900 è stato formato il Consorzio Correzione Fiume Ticino (esistente tutt'ora), il cui scopo era quello di imbrigliare il fiume in un letto definito, rendere sicuri gli argini, e
bonificare il Piano di Magadino per eliminare la malaria e rendere utilizzabile la superifice da parte degli agricoltori. Il Consorzio ha creato un letto stabile, con un sistema di doppi argini
(le dighe sommergibili, poi una zona piana di alcuni metri, seguita dalle dighe insommergibili). Una volta incanalato il fiume, il territorio ha potuto essere bonificato e per diversi decenni è
stato apannaggio degli agricoltori. Le vie di comunicazione sono state costruite ai margini del Piano di Magadino, e troviamo le due direttrici principali lungo il lato Nord
(Gordola-Cugnasco-Gudo-Sementina-Bellinzona) e sul lato Sud (Quartino-Contone-Cadenazzo-Camorino-Giubiasco-Bellinzona). Il Piano è percorso prevalentemente da strade agricole. Il Consorzio
Correzione Fiume Ticino attualmente si occupa della manutenzione delle dighe (ad esempio ripristinandole dopo eventi straordinari), della vegetazione lungo il percorso, e di dragare il fiume dove
necessario.
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Unica zona paludosa rimasta è la "Bolla di Magadino", odiata dagli abitanti delle zone attigue
per la presenza di zanzare che fanno incursioni in tutte le direzioni, ma indispensabile per l'ecosistema globale, dato che questo piccolo pezzo di territorio viene ampiamente utilizzato dagli
uccelli di passo per sostare durante le loro migrazioni.
Dopo la II guerra mondiale il Piano ha iniziato ad essere oggetto di desiderio per le industrie, il commercio e le unità abitative, e la sua superficie ha iniziato ad essere erosa
progressivamente, partendo dai lati verso il centro. Oggi sono presenti vari centri commerciali, industrie e quartieri residenziali che si sono spinti sul suo territorio,
diminuendone la capacità agricola.
Esistono diversi progetti per salvaguardare l'integrità di questo territorio, come ad esempio la creazione di un
Parco, ma tutti questi progetti si trovano a combattere continuamente contro le spinte commerciali e monetarie, e tra i due, si sa chi è il più forte...
La golena è percorribile da Biasca fino alla foce del Ticino su entrambi gli argini, e negli ultimi tempi, per promuovere la mobilità lenta, sono state costruite diverse passerelle pedonali che
ne uniscono le due sponde. La più recente permette di raggiungere Bellinzona da Monte Carasso in un attimo.
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Una seconda, di un bel colore rosso (la vedi in fondo alla foto), unisce Carasso con il nuovo centro scolastico di Bellinzona, situato in zona Prato Carasso.
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Il Piano di Magadino è circondato da splendide cime, quali il Corno del Gesero, il Camoghé, la cima di Medeglia, ed il Tamaro sul lato Sud, mentre sul lato Nord troviamo la cima del Gaggio, la
cima dell'Uomo, il pizzo Vogorno, il Sassariente, Cimetta, e un po' più avanti (già sul lago) il pizzo Leone ed il Gridone (o Ghiridone o Limidario). Tutte queste cime offrono una panoramica
eccezionale sul Piano di Magadino, il lago Maggiore, e le cime delle alpi Vallesane. Questo il piano di Magadino visto dal Tamaro.
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Clika qui se vuoi vedere le poche foto della passeggiata (non che ci sia qualcosa di speciale).
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La golena del Ticino, 05.02.2012
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