Percorso effettuato: Carona (Q623) - Madonna d'Ongero (Q630) - alpe Vicania (Q659) - parco San Grato (Q714) - Carona.
Difficoltà: forestale T1.
Dislivello: 370 metri.
Lunghezza del percorso: 9 chilometri.
Sforzo equivalente: 13 chilometri.
Durata (incluse le pause): 5 ore (non proprio velocissimi).
Siamo spompati da alcune settimane di lavoro intensissimo, ma la voglia di sgambettare c'è. C'è anche il bisogno di fare un po' di recupero, se non vogliamo sbiellare. Rita ed io valutiamo
diversi percorsi fattibili in una mezza giornata, e ci viene in mente che probabilmente il parco del San Grato in questo momento è fiorito di tutte le sue splendide azalee, complice anche la
primavera precoce, ed una corrente d'aria calda africana che ha innalzato le temperature a livelli estivi, con più di 30° già al sabato. Per fortuna che praticamente tutto il tracciato è
all'ombra degli alberi...
Già che ci siamo invitiamo anche Massimo ed Helen, con Elia e Alessia, assieme a Marco, Ivan e Alice. Il percorso si addice particolarmente alle famiglie, tutta sterrata senza problemi, tant'è
che Alessia se l'è poi fatta praticamente tutta in passeggino.
11:00 Siamo arrivati tutti puntualissimi al parcheggio delle piscine di Carona. Scarponi, sacchi pesanti per il pic-nic (i bimbi mangiano di più di noi adulti), foto di gruppo prima della
partenza, anche se non dovrebbero esserci dispersi.
Conto anche di fare qualche bella panoramica: da giovedi c'è una bella brezza che ha pulito l'aria, e mi attendo una visibilità quasi ottimale. Effettivamente, almeno il Lema si staglia chiaro e
limpido contro il cielo.
Ci incamminiamo a fisarmonica verso la chiesetta della Madonna d'Ongero, dove arriviamo in una decina di minuti.
Mentre la truppa si incammina nuovamente, aprofitto del punto di bella vista appena a destra della chiesetta, per fare qualche panoramica con il grandangolo. Pian Scairolo, con i centri
commerciali...
...il lago di Lugano verso Ponte Tresa, in distanza le alpi Vallesane...
...e diverse altre. Poi mi incammino anch'io, ben sapendo che li recupererò in pochi minuti.
Raggiuntili, devo tirare il freno a mano: tra chiacchiere, bimbi che corrono avanti e indietro, "guarda questo", la velocità del convoglio è piuttosto limitata. Questo mi lascia tutto il tempo
per fotografare qualcuno dei pochi fiorellini ancora rimasti.
...e i fiori di ciliegio.
12:00 Il sentiero segue le costole della montagna, l'Arbostora, ed entra ed esce da valloncelli, tutti con il loro piccolo corso d'acqua che nel corso del tempo ha scavato le falde della
montagna. Mi rendo conto che stiamo avanzando solo grazie al cambio di prospettiva sul lago: ormai siamo di fronte a Caslano.
Una panchina posta lungo il sentiero ci rallenta ulteriormente: i bimbi si piazzano come fossero nel salotto di casa, ed esigono di poter fare il pieno. Dopo quasi un quarto d'ora, richiamo
all'ordine, sennò al calar della sera saremo ancora qui. Il sentiero adesso curva deciso, e ci porta sopra Morcote, con Porto Ceresio, e la Pianura Padana di fronte a noi.
La fisarmonica si è accorciata, e siamo nuovamente compatti. Nella troupe inizia a serpeggiare un po' di maretta, l'ora di pranzo è passata da un pezzo: quand'è che ci fermiamo per il pic-nic?
Odio dire "mancano ancora solo 5 minuti" quando non è vero, tant'è che non lo faccio. Ma questa volta ho riconosciuto l'ultima valletta prima dell'alpe, per cui in tutta tranquillità posso
tranquillizare i più affamati: mancano ancora solo 5 minuti. Nella valletta, riparati dal sole, gli ultimi grandi ciliegi in fiore, splendidi fiocchi di bianco in mezzo alla vegetazione che sta
inverdendo.
12:40 Tempi mantenuti, siamo arrivati all'alpe Vicania.
Di fermarci a bere qualcosa sulla terrazza non se ne parla: il ristorante è strapieno. Grazie alla strada che sale fin qui, il luogo è piuttosto frequentato. Se dovessero farsi tutti gli scalini
da Morcote, come abbiamo fatto noi l'anno scorso, probabilmente gli affari non andrebbero tanto bene. Ci piazziamo sotto ad un faggio (il sole picchia piuttosto deciso), coperte, costine, panini,
frutta, dolci, dai sacchi esce ogni ben di Dio.
Attorno, la skyline che preferisco: quella degli alberi che terminano il cielo.
Dopo mangiato facciamo a turno per andare al ristorante a bere almeno il caffé...
14:00 Quasi un'oretta e mezzo di pausa: non sono abituato a queste comodità, le mie (soprattutto quando sono da solo) durano da 15 a 30 minuti al massimo. Nuovo richiamo all'ordine (mi sembra di
essere un sergente) per rimettere in marcia l'armata, con la promessa ai bimbi di una sorpresa.
14:30 Salita, ma non di quella dura, per tornare al livello del parco. Nei pochi scorci lasciati dalla vegetazione vediamo il San Giorgio, il Poncione d'Arzo, Serpiano, Brusino Arsizio, e
naturalmente il Generoso (chiamato anche Calvagione).
Il ritmo di marcia è nuovamente più sostenuto, adesso che tutti hanno la pancia piena, anche se il gruppo continua a fare l'elastico, con continui sorpassi e controsorpassi.
Ai bordi, continui fruscii di lucertole che scappano al nostro passaggio,anche se alcune sono riuscito a fotografarle. Poi, in mezzo al sentiero, un insetto (mi è sembrato un calabrone) in volo
stazionario.
15:00 Parco del San Grato, e delusione: anche quest'anno le azalee non sono ancora fiorite. Cioé, alcune si, ma poche.
Piazziamo i bimbi al parco giochi a sfogarsi, poi scendiamo al ristorantino per un meritato gelato, con splendida vista sul goflo di Lugano e San Salvatore.
Quella cima quasi rasa è il Monte Boglia.
16:00 Rientrati al parcheggio, saluti e ringraziamenti. Splendida giornata, ho le orecchie frastornate da bambini. Penso che nel corso delle prossime due settimane la fioritura raggiungerà il suo
apice, spettacolo da ammirare.
Ecco il profilo altimetrico dell'escursione.
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto della gita (non che ci sia qualcosa di speciale).